Sit-in contro la repressione
SOTTO IL COMUNE C‘ERAVAMO TUTTI
Lo scorso 16 dicembre la Cosenza Antifascista ha presidiato la casa comunale che si preparava ad accogliere Adriano Tilgher. Un presidio determinato a non dare spazio ad una persona che, oltre al suo passato di militante di estrema destra nonché fondatore di avanguardia nazionale, continua ad esprimere un pensiero xenofobo e razzista. Nonostante oggi Tilgher trova spazio nel partito de La Destra, rappresenta ancora una ideologia fascista che predica la superiorità di alcune “razze”, la deportazione dei migranti, dei rom, dei gay, dei diversi e, in una città multiculturale come Cosenza, personaggi del genere non hanno e non devono avere nessuna agibilità politica. Una città che quotidianamente pratica dal basso l’Antifascismo e l’Antirazzismo impedendo, da sempre l’apertura di sedi di Forza Nuova o Casapound, stando al fianco dei tanti migranti e lottando assieme per l’affermazione dei diritti di tutti e di ciascuno in un’era in cui anche quei principi e diritti che sembravano affermati, sono compromessi da un ventennio di politiche che criminalizzano migranti, attivisti, precari, ultrà e chiunque lotta per difendere spazi di agibilità politica o non si allinea ai dettami della parte dominante della società. Questo, e molto altro, è quanto volevamo ribadire con il presidio contro Tilgher, avremmo voluto che soggetti del genere nella nostra città non mettessero piede e men che meno nella casa comunale. Ma ancora una volta Digos e Celere hanno impedito a noi di entrare consentendo loro di prendere parola e diffondere razzismo e xenofobia. Come se non bastasse, a distanza di due mesi circa, uno degli antifascisti presenti in piazza quel 16 dicembre viene denunciato individualmente per aggressione e resistenza a pubblico ufficiale. Pensiamo che la Digos voglia colpirne uno e uno solo perché colpirci tutti significherebbe rimanere impastoiati nell’ennesimo, fallimentare, processo politico e ben sapendo che a Cosenza tali macchinazioni non fanno presa. Ad oggi, Cantafora & Co., hanno rimediato solo 15 anni di figuracce andando a tessere teoremi di eversione e sovversione a Cosenza, anche quando si trattava di solidarietà, perseguitando i Ribelli di questa città. Teoremi che gli si sono sgretolati tra la gente e nelle aule dei tribunali. Ed è proprio per rompere i meccanismi di solidarietà che colpiscono Gaetano. Ultrà, compagno ed operaio ex-vallecrati, con una sfilza di denunce (sempre a firma Cantafora) per aver lottato a difesa del proprio lavoro che è indagato (assieme ad altri operai) come presunto responsabile del fallimento di Vallecrati, fallimento da ricercare tra i politici-imprenditori che negli ultimi dieci anni si sono mangiati anche la monnezza! Ma i poteri forti si proteggono a vicenda.
Con quest’ennesima denuncia Gaetano rischia di essere etichettato come “pericoloso socialmente” per cui gli potrebbe essere impedito di frequentare luoghi pubblici, manifestazioni sportive o di piazza. Ma Gaetano non rimarrà solo, nonostante i tentativi di isolarlo e di mostrificarlo, saremo al suo fianco fino alla conclusione di questa, ennesima, assurda vicenda che tenta di dividere i movimenti in buoni e cattivi, pacifici e violenti.
Il 19 febbraio saremo nuovamente in piazza per dire a tutta la città che il 16 dicembre sotto comune c’eravamo tutti a respingere Tilgher e i suoi protettori, e soprattutto a ribadire che se anche si mascherano dietro all’ufficialità di un partito facendosi proteggere dalla celere, difenderemo questa città da qualsiasi fascismo giorno dopo giorno, generazione dopo generazione.
SOTTO IL COMUNE C’ERAVAMO TUTTI!
L’ANTIFASCISMO NON SI PROCESSA!
comitato contro la repressione-cosenza
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