COMUNICATO -IRRUZIONE RETTORATO-

Oggi, lunedì 14 giugno 2010, il Movimento Studentesco Unical ha fatto irruzione nel rettorato dove si riuniva la Commissione del Centro Residenziale, per discutere la possibilità di introdurre criteri più restrittivi per l’assegnazione delle borse di studio e degli alloggi gratuiti. La discussione era finalizzata alla formulazione di un parere preliminare al Consiglio di Amministrazione dell’Università parere che, nei contenuti, è stato declinato con la scelta (di fatto) di aumentare il numero di CFU, necessari al mantenimento della borsa di studio. Questa logica contraddice le finalità per cui è nata l’Università della Calabria, unico strumento di riscatto sociale per molti giovani calabresi che non possono permettersi di studiare in atenei di altre regioni. Inoltre facendo dei CFU l’unico criterio attraverso il quale si valuta il merito, si svuota di contenuti e qualità la formazione, che dovrebbe essere oggetto e finalità ultima di qualsiasi università. Dopo una lunga discussione, in cui abbiamo ribadito le nostre posizioni di netta contrarietà al 3+2 ed al sistema dei CFU, sottolineando la centralità che in una regione come la Calabria rivestono le borse di studio, la commissione, rimanendo ferma sul proposito di innalzare la soglia dei CFU, ha preso atto dell’occupazione della sala e si è vista costretta a rinviare la riunione a data da stabilirsi.

Il Movimento Studentesco Unical ribadisce ferma contrarietà alla 133/08, alla 1/09 e al nuovo DdL Gelmini. Non siamo disposti a svendere la nostra dignità per far tornare i conti sullo sgangherato pallottoliere del Consiglio di Amministrazione.

La nostra protesta non si limiterà alla manifestazione di dissenso di oggi. L’UNICAL rimane in stato di agitazione permanente, sia in vista dei prossimi passaggi istituzionali delle normative sul DSU all’interno degli organi dell’Ateneo, sia in vista dell’imminente discussione in Parlamento del nuovo disegno di legge Gelmini. Non cederemo di un millimetro di fronte all’avanzata del mercato che palesa il chiaro intento di fagocitare ogni bene pubblico di questo Paese. L’università che vogliamo è un’università libera, pubblica e di massa svincolata dagli appetiti delle classi dirigenti e ricondotta unicamente ad una funzione di crescita culturale, politica e sociale.

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LA LOTTA NON AMMETTE DELEGHE. DIFENDI I TUOI DIRITTI

L’assemblea d’Ateneo del 9 giugno, risultato di un percorso di mobilitazione successivo alla costruzione di diversi momenti assembleari nelle Facoltà dell’Ateneo, ha visto studenti e precari della ricerca ribadire la propria ferma contrarietà alla legge 133/08, alla legge 1/09 ed al nuovo DdL Gelmini. In quell’occasione è stato dichiarato pubblicamente lo stato di agitazione permanente dell’Unical. Dopo attente analisi e discussioni, in merito a tutto l’impianto legislativo che sta portando al collasso del sistema universitario libero e pubblico, l’assemblea ha espresso forte opposizione verso tutte le manovre condotte, da governi e istituzioni, per preservare un sistema che opprime le classi più deboli e ingrassa le tasche delle lobby finanziarie, politiche e padronali. L’Unical, per sua stessa vocazione, rappresenta invece l’unica forma di riscatto sociale per molti giovani calabresi che non possono permettersi di studiare in atenei di altre regioni. La scelta di aumentare il numero di CFU, necessari al mantenimento della borsa di studio, che nei prossimi giorni sarà posta dal Rettore all’attenzione degli organi di governo dell’Unical, va in contro tendenza rispetto alle stesse finalità per cui è nata l’Università della Calabria. Per grette esigenze di bilancio, oggi, si preferisce mettere le mani nelle tasche delle famiglie degli studenti, aumentando le tasse universitarie, introducendo criteri più restrittivi per l’assegnazione degli alloggi gratuiti e delle borse di studio, piuttosto che pren dereposizioni ferme e decise contro i tagli di Tremonti ed evitare che siano le fasce più deboli ad accollarsi i costi della crisi economica. Questo è l’ennesimo intollerabile tributo che i giovani calabresi dovranno pagare per salvaguardare gli equilibri e gli interessi delle gerontocrazie universitarie, oltre che per consentire a Giovanni “il Magnifico” di fare bella faccia innanzi ai compari della CRUI, del Governo e di Confindustria. Nell’Ateneo di una regione con il più basso reddito pro-capite nazionale, la diminuzione di fatto delle borse di studio, che deriverà dal subdolo aumento dei crediti necessari a conseguirla, renderà pressoché impossibile, a molti studenti, sostenere i costi dei propri studi. Così facendo si rischia di precludere la formazione superiore alle classi meno abbienti, trasformando un’università pubblica e di massa in un ateneo accessibile alle sole élites del Paese.

Per queste ragioni rifiutiamo:

* il valore decisionale di tutte le commissioni, accademiche e non, che avvallano servilmente ogni forma di logica mirante all’alienazione e alla sottomissione delle persone;

* ogni compromesso e ogni forma di contrattazione al ribasso, perpetrata da rappresentanze consolidate e burocrati in erba di questo Ateneo.

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CI VOGLIONO SOTTO I PONTI. CI VEDRANNO SOPRA I TETTI

Dopo sit-in, cortei, assemblee, irruzioni in rettorato (con cui abbiamo strappato al rettore la proroga del pagamento della seconda rata), il Movimento Studentesco Unical alza il tiro.

Non solo metaforicamente, ma praticamente. Siamo saliti sui tetti del cubo 0 della Facoltà d’economia, per manifestare la nostra netta e ferma opposizione contro il DdL Gelmini e tutto quell’impianto di leggi che, a partire dalla riforma Zecchino-Berlinguer, sta distruggendo il sistema universitario libero e pubblico. Mentre la crisi economica esplode in tutta la sua brutalità, colpendo il mondo del lavoro, la lobby politica trasversale, intende fronteggiare questa “sfavorevole congiuntura economica” attraverso politiche di austerità e sacrifici. Nella realtà dei fatti tutto ciò si traduce in una serie di manovre “lacrime e sangue” che colpirà principalmente le classi più deboli. Determinerà un ulteriore peggioramento delle già precarie condizioni di vita di intere categorie sociali.

Si tratta evidentemente di una crisi strutturale di un sistema perverso, marcio fino dalle fondamenta, in cui gli ultimi faticano ad arrivare alla fine del mese, mentre le élites si arricchiscono a discapito di chi lavora, di chi studia, di chi fa ricerca. La crescita continua e costante delle tasse universitarie, che da tempo andiamo denunciando, rientra in questa politica “di sacrifici necessari”. A partire dal prossimo anno accademico ci sarà la necessità di far fronte ad un buco di 18 milioni di euro nel bilancio del nostro ateneo (conseguenza dei tagli della legge 133/08).Per risanare le finanze del campus, il rettore Giovanni Latorre ha dichiarato, negli ultimi consigli di facoltà, che metterà le mani
nelle tasche delle famiglie degli studenti
. Non si tratta di un caso isolato. In molti atenei italiani, per fare fronte agli stessi problemi sono state aumentate le rette. È evidente, a questo punto, che i rettori anziché respingere al mittente i tagli del governo, preferiscono piegarsi alle logiche del potere e del mercato. Esiste infatti un chiaro progetto, scritto a più mani (tra Confindustria, Aquis, baronie universitarie e governi europei e nazionali) che ha il preciso scopo di spingere il sistema universitario verso un di riforma dell’istruzione superiore, del tutto funzionale alle esigenze delle industrie. Questo progetto si declina a partire da due semplici parole d’ordine: privatizzazione, oppure aumento delle tasse.

In entrambi i casi ci andranno di mezzo i soggetti precari, che:

  • non avranno libero accesso all’istruzione;

  • avranno borsa di studio sotto forma di debito;

  • non avranno il diritto di studiare e fare ricerca liberamente;

  • potranno solo sperare in un futuro incerto e precario.

CI VOGLIONO SOTTO I PONTI

CI VEDRANNO SOPRA I TETTI

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ASSEMBLEA D’ATENEO

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LA CASA SI PRENDE. L’AFFITTO NON SI PAGA. SOLIDARIETA’ AL COMITATO PRENDOCASA

La casa è un diritto primario che oggi con l’imperversare della crisi è sempre meno sicuro avere. Precari e precarie della città di Cosenza in questo mese hanno occupato uno spazio in disuso a viale Trieste per riappropriarsi di una vita dignitosa loro negata.Per una classe politica che salva le banche e chiede “sacrifici” alla popolazione, questo non è lecito. Non è lecito trovare collettivamente una soluzione per vivere meglio. Non è lecito dissentire. Non è lecito sottrarre al privato per restituire al pubblico. E’ lecito, tuttavia, non pagare stipendi, licenziare, aumentare le tasse e le rette universitarie, ridurre gli individui a merce. I sacrifici che impongono non possono e non devono essere sostenuti dalle classi sociali più deboli, specie ad oggi di fronte all’avanzare della crisi. Crisi strutturale, di un sistema economico marcio. Che la crisi la paghino padroni, banchieri e quanti si arricchiscono sul lavoro e sulla fatica della gente! Sempre di più sarà necessario per famiglie, migranti, studenti e tutti coloro che si troveranno in condizione di precarietà prendersi quello che gli spetta: destinare alla comunità quello che per troppo tempo è servito per ingrassare le tasche di chi ha speculato, di chi ha pensato solo al proprio profitto. Il Movimento Studentesco Unical vuole esprimere solidarietà nei confronti del Comitato “Prendo Casa” per lo sgombero forzato che hanno subito in questi giorni dallo stabile occupato in viale Trieste, certo che uno sgombero non fermerà il prosieguo di una lotta che i precari e le precarie devono portare avanti.
Lottare nel nostro presente è l’unico modo per conquistarsi un altro futuro.

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Assemblea d’Ateneo

Mentre gli effetti devastanti della crisi incidono sulla vita quotidiana e sulle prospettive di lavoratori e studenti, chi governa, per mantenere privilegi e profitti, taglia su scuola, sanità e welfare in generale, aggravando ulteriormente le nostre condizioni. Vogliono far cassa speculando sulla nostra salute e sul nostro futuro!!! Da quest’anno, qui all’UniCal l’ulteriore aumento delle tasse rappresente al meglio l’effetto inesorabile di queste dolorose manovre. Ci dicevano che le nostre erano previsioni fantasiose, illazioni, ma quel che andiamo denunciando dal 2008, oggi è divenuto drammatica realtà: aumento delle tasse, diminuizione di servizi per gli studenti (addio copertura borse di studio), tagli all’offerta formativa, parcellizazione dei saperi, maggiori limitazioni per l’accesso all’Università (numeri chiusi e aumento dei crediti formativi da conseguire per l’accesso agli anni successivi e ai corsi di laurea specialistica). La conseguenza di questo disegno è la trasformazione dell’Università in una fabbrica di automi, carne da macello per il mercato del lavoro. Molto spesso tutte le conoscenze acquisite in anni di studio sono funzionali solo a subire lo sfruttamenti in uno qualsiasi dei call-center che crescono attorno al nostro ateneo. Le Università continueranno ad offrire un sapere sempre più dequalificato e nozionistico che, per di più, sarà alla portata dei pochi che potranno permettersi di pagare le esorbitanti rette. Non bastavano il salasso degli affitti, il disagio creato da mezzi di trasporto rari e cari… Anche il diritto allo studio, adesso, diverrà un privileggio per pochi! L’attacco all’Università pubblica, tuttavia, non è un processo inarrestabile, un evento ineluttabile che dobbiamo passivamente subire. Abbiamo la possibilità di incidere, lottando nei processi che governano l’università, partecipandovi attivamente, anzichè delegare passivamente chi, in questi anni, ha dimostrato di curare solo i propri interessi, prestandosi ciecamente ai giochi del rettore.
Noi studenti, uniti, possiamo e dobbiamo smettere di essere un corpo morto e inerme. Riappropriamoci del nostro futuro lottando insieme per dire:

NO
  • al Ddl Gelmini;
  • alla privatizzazione dell’Università;
  • ai tagli all’istruzione e alla ricerca;
  • all’aumento delle tasse.

SI

  • alla copertura totale delle borse di studio;
  • ad alloggi, mense e trasporti gratuiti;
  • a maggiori finanziamenti all’istruzione ed al rilancio della ricerca;
  • al ritiro delle leggi(dalla Zecchino-Berlinguer all’ultimo Ddl Gelmini) che hanno distrutto l’Università italiana;
  • Ad un’Università LIBERA, PUBBLICA, LAICA, GRATUITA E DI MASSA.


Mercoledì 9 Giugno ASSEMBLEA D’ATENEO h 10.30 AULA MAGNA

(clicca sull’immagine per ingrandire)

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Il mese della paranoia!!!

Dopo millemila anni che siamo scesi dagli alberi,dopo molti eventi che,
in confronto, potremmo definire di poco conto (vedi rivoluzione francese,
presa del palazzo d'inverno,woodstock) ecco l'evento che potrebbe
sconvolgere le vostre vite (con tanto di locandina fatta culicazzi (3mb))
http://astio.ciotoni.net/mese_paranoia_A2.pdf
Questo ciclo di seminari è un warmup dell’ hackmeeting ( http://hackmeeting.org ) …evento che segnerà indelebilmente le vostre vite… IL MESE DELLA PARANOIA!!!!
Martedi 1 Giugno - ore 17:30
LA RETE FRA LIBERTÀ E CENSURA
Basi di networking e sicurezza in rete (di LordZen e Ono-Sendai)
Giovedi 3 Giugno - ore 10:30
INSIDIE NELLA RETE
Basi di networking e sicurezza in rete - Parte II (di LordZen)
Martedì 8 Giugno - ore 17:30
TOR: SVANIRE IN UNA CIPOLLA
Reti anonime distribuite per sfuggire alla censura (di Ono-Sendai)
Giovedi 10 Giugno - ore 17:30
FILESHARING ADVENTURES UNDER GROUND
Mille mila modi strampalati di scaricare laqualunque (di Fanfani)
Martedì 15 Giugno - ore 17:30
E-MAIL SICURE CON GPG
Cifrare documenti con l'infrastruttura PGP (di Lethalman)
Giovedi 17 Giugno - ore 17:30
GUARDA MAMMA, SENZA CHIAVI
Introduzione superdensa e pratica al Lockpicking (di Garulf)
Martedi 22 Giugno - ore 17:30
DOMINARE IL MONDO CON ROBOT SCRITTI IN PERL
Qualcuno visita il tuo sito, e non è umano (di Bluesman)
Venerdì 25 Giugno - ore: 17:30
INTERCETTAZIONI TELEFONICHE E AMBIENTALI
Come vengono effettuate e come difendersi (di U-Black)
*** Al termine di ogni incontro restate con noi! Può darsi che ci vada di
avviare dei laboratori, mettere su delle musiche, guardare filmati, mangiare
schifezze, praticare file-sharing selvaggio o fare jogging nudi sul ponte. ***
"Sono la materia con la quale i vostri artisti e scienziati costruiscono il
ritmo. Sono lo spirito col quale i vostri bimbi ridono in felice anarchia. Sono
il caos. Sono viva, e sono qui per dirvi che siete liberi."
Eris, folle dea della Discordia

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Comunicato Sit-in Rettorato

Oggi 24 maggio 2010, il Movimento Studentesco Unical, dopo un corteo rumoroso sul ponte Bucci si è ritrovato sotto il rettorato per protestare contro l’aumento delle tasse, frutto dei tagli della finanziaria del 2008 e della legge Gelmini. Ricostruendo le varie tappe del processo di (d)istruzione dell’università pubblica si può intravedere il complesso intreccio di trame, appetiti e interessi che si stanno addensando così insistentemente attorno al mondo universitario e che rispondono alle stesse logiche che stanno dietro al tentativo di privatizzazione di altri beni pubblici fondamentali rispetto ai quali il ddl Gelmini sembra infliggere l’ultimo colpo di grazia.
Noi attraverso la protesta di oggi abbiamo sottolineato che privatizzazione e tagli non sono la ricetta salvifica e virtuosa per l’università ma l’ennesimo pretesto per trasformare gli studenti in inconsapevoli ingranaggi della catena di montaggio. Queste sono state le ragioni per cui, dopo il sit-in sotto il rettorato, abbiamo incontrato il Rettore, nella sala Guarasci, chiedendogli: Come mai sono aumentate le tasse degli studenti?, Come mai non ci sono i fondi per pagare i ricercatori, ma si sono trovati quelli per aumentare le indennità dei dirigenti universitari? Dove sono finiti i soldi che il nostro Ateneo ha incassato grazie ad Aquis? A conclusione del dibattito è stata chiesta la proroga del termine di scadenza della seconda rata delle tasse universitarie. La richiesta degli studenti è stata quella di un impegno formale del rettore rispetto alla convocazione di una seduta straordinaria della commissione di bilancio, organizzazione e servizi, ma il magnifico ha sottolineato l’inutilità di un documento formale in quanto “la sua parola vale più di mille carte scritte”. In conclusione il rettore ha preso il preciso impegno con gli studenti di convocare prima del 31 Maggio, data dell’attuale scadenza della seconda rata, una seduta straordinaria della commissione di bilancio organizzazione e servizi in cui si farà portavoce della nostra istanza. Incalzato dagli studenti il nostro Rettore,inoltre, ha dichiarato: “ho sbagliato ad aderire all’associazione delle università virtuose AQUIS”, e che ad un aumento eccessivo delle tasse (1500,00 euro) negli anni a venire: “ sarò io a guidare la testa del corteo in caso di protesta”. Allora noi studenti ci chiediamo: manifesterà contro se stesso?

Movimento Studentesco Unical

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Riparte la mobilitazione studentesca contro il DDL Gelmini

RISCHIO BLOCCO PROSSIMO

ANNO ACCADEMICO 2010-2011


17-22 Maggio 2010: settimana di mobilitazione nazionale di tutti i ricercatori e gli studenti italiani contro il Disegno di Legge Gelmini che dal 2009 minaccia di smantellare l’Università pubblica, anche a causa dei tagli previsti al Fondo di Finanziamento Ordinario.


CONSEGUENZE PRATICHE:


  • Considerevole aumento delle tasse universitarie: Prima rata: +50 € circa; Seconda rata (scadenza 31/05): +100 € circa;
  • Aumento indennità dei presidi: +21%;

  • Aumento spese per il personale dirigente di ruolo: +98%;

  • Diminuzione interventi (DSU) a favore degli studenti e dei laureati: -67%;

  • Azzeramento assegni di ricerca: -100%.


La parola d’ordine che ha caratterizzato il movimento dello scorso anno è stata “noi la crisi non la paghiamo”. Una crisi mondiale che contrariamente a quanto fanno emergere mass media e classi politiche dirigenti non riguarda semplicemente il mondo della finanza ma è una crisi strutturale di un sistema economico che si basa sul profitto. Le politiche di “austerità” adottate dai governi europei per far fronte agli effetti della crisi si ripercuotono direttamente sulle nostre spalle e su quelle delle nostre famiglie: disoccupazione, licenziamenti, riduzione dei salari, precarietà, tagli all’istruzione, sanità, pensioni e privatizzazione dei beni comuni. In particolare nelle nostre università siamo costretti ad affrontare un aumento considerevole delle tasse (vedi sopra) che ci rifiutiamo di accettare proprio in virtù di quella parola d’ordine che ancora caratterizza il nostro agire politico. Prosegui la lettura »

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L’ACQUA NON SI VENDE

L’ACQUA NON SI VENDE

fuori l’acqua dal mercato fuori i profitti dall’acqua

Anche all’Unical si è costituito il Comitato Referendario in difesa dell’Acqua pubblica.

Il Forum Italiano dei movimenti per l’Acqua infatti, ha promosso in tutta Italia una raccolta firme per la ripubblicizzazione del servizio idrico; tra i promotori del Referendum, insieme a tante associazioni, comitati e semplice Cittadini, c’è anche il Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica “Bruno Arcuri”.
La raccolta firme nella nostra Regione ha visto finora la partecipazione entusiasta di migliaia e migliaia di Cittadini, raggiungendo risultati impensabili; numerosi sono stati i Cittadini che hanno chiesto e ricevuto le necessarie informazioni sui processi di privatizzazione, che purtroppo anche nella nostra Regione interessano il Bene Comune per eccellenza ovvero l’Acqua.

  • In Calabria i Nostri Acquedotti (dalle sorgenti ai serbatoi) sono stati “affidati” dal 1° novembre 2004 alla società mista So.Ri.Cal. S.p.A.; il socio privato è la multinazionale francese Veolià, leader mondiale nel settore delle acque e dei rifiuti. Gestisce anche l’incenitore di Gioia Tauro.
  • La città di Parigi dal 1° gennaio 2010 ha affidato la gestione delle acque ad un Ente di diritto Pubblico la “Eau de Paris”, mettendo fine ad una gestione privata che durava da 25 anni; titolari della gestione privata erano le due grandi multinazionali francesi Suez e Veolià. La ri-pubblicizzazione delle Acque garantirà ai Cittadini di Parigi un risparmio annuo di 30 milioni di euro ed una bolletta che non subirà aumenti almeno fino al 2014. La Veolià, messa alla porta dai parigini, continua a realizzare profitti conla gestione delle Acque in Calabria!

Diverse sono le problematiche per le quali il Coordinamento ha chiesto nell’interesse di tutti i Calabresi i dovuti chiarimenti senza ricevere nessuna risposta :

  • Mutuo Depfa Bank La So.Ri.Cal. S.p.A. ha acceso un prestito di 240 milioni di euro con la Depfa Bank,istituto bancario noto per i cosiddetti “derivati finanziari”, mutui dei quali non è chiaramente definita la cifra di estinzione: i garanti sono forse le Amministrazioni Calabresi e cioè tutti i Cittadini.
  • Crediti pregressi Fino al 31 ottobre 2003 la gestione dei Nostri Acquedotti è stata affidata ad Enti di diritto Pubblico (Cassa per il Mezzogiorno, Regione Calabria) che determinavano la tariffa per i Comuni Calabresi senza calcolare nessun profitto; i debiti dei Comuni nei confronti di questi Enti Pubblici, che sommano complessivamente a circa 500 milioni di euro) sono attualmente riscossi dalla Sorical SpA : perché non impiegarli per sistemare le reti interne dei Comuni che hanno dispersioni superiori al 50%?
  • Tariffa idrica Le Normative vigenti in materia prevedono che i criteri per gli adeguamenti tariffari nel settore idrico devono essere quelli statali. Le tariffe applicate ai Comuni Calabresi rispetto a quelle previste dalla Normativa Nazionale vigente hanno determinato un maggior esborso per le Amministrazioni, complessivamente valutabile addirittura in decine di milioni di euro.
L’Acqua è un dono della Natura, indispensabile ed irrinunciabile per la vita di ogni essere vivente. Non lasciamo a una Società per Azioni, la cui finalità è la realizzazione di un profitto, la gestione delle Nostre Acque, del Nostro futuro, della Nostra Vita.
FIRMA ANCHE TU!
(clicca sull’immagine per ingrandire)

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