Acqua e Università non si vendono! Abolire la Legge 133


Si è tenuto nel pomeriggio il lancio della campagna referendaria “2 Si per l’acqua bene comune” nell’aula P2 Occupata, presso l’Università della Calabria. L’iniziativa, organizzata dal comitato referendario universitario, ha visto la partecipazione di studenti, docenti e personale dell’Università, e la presenza di un rappreresentante del Comitato Regionale Acqua Bene Comune “Bruno Arcuri”.

In continuità con l’impegno profuso nella raccolta firme, la comunità universitaria parteciperà attivamente a tutte le attività necessarie per vincere l’importante battaglia referendaria di Giugno. Inoltre i collettivi “P2 Occupata” e “Ateneo Controverso”, aderendo alla Rete Difesa del Territorio “Franco Nisticò”, prenderanno parte alla campagna regionale sui temi Acqua, Nucleare e Rifiuti che intende denunciare l’assoluta mancanza di democrazia nelle scelte che riguardano il territorio ed i beni comuni, complici le società miste e gli interessi di speculatori e della criminalità organizzata. L’auspicio è quello che alla campagna aderiscano presto altri studenti e collettivi.

Durante l’iniziativa, a sancirne ed evidenziarne il significato, è stato calato dal cubo dell’aula P2 Occupata un grande striscione con la scritta “Acqua e Università non si vendono! Abolire la legge 133”. Ricordiamo che la legge 133/2009, oltre a contenere delle norme che vanno in direzione della privatizzazione dell’acqua, taglia quasi un miliardo e mezzo di euro all’Università Pubblica.

I collettivi ed i singoli studenti, quindi, parallelamente alla battaglia referendaria, intendono continuare la battaglia contro i tagli all’Università Pubblica e contro il modello di università-azienda promosso dai governi degli ultimi vent’anni. Si tratta di una battaglia generale contro il modello di società attuale, il quale mette al centro il mercato ed i profitti a scapito dei bisogni delle popolazioni.

COMITATO REFERENDARIO UNIVERSITARIO

ACQUA BENE COMUNE

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