Dal sito: unical2013.altervista.org
UNICAL 2013: che fine fa l’UniCal?
Se ci impongono il mercato, il minimo è diventare un acquirente giudizioso.
Ci hanno insegnato che non si compra mai a scatola chiusa.
Tra un corso, un esame e un pit-stop nelle segreterie, la laurea ci viene presentata come una ”Guerra lampo” : un trampolino facile e veloce verso il futuro.
A vederlo dall’interno, però, questo “strumento del sapere pubblico” sembra non aderire alle aspettative proposte: aule scomode, corsi confusi, orari sballati, sessioni d’esame ingarbugliate, segreterie fatiscenti e molto altro ancora sembra costruito ad arte per “movimentare” la nostra carriera accademica. Molti studenti fanno fatica a ritagliarsi il tempo per conoscere i colleghi, confrontarsi, apprendere e imparare insieme ad apprendere. Soprattutto se nel frattempo, tra un rincaro e un bollettino, pezzi interi della tua università cambiano o spariscono del tutto.
Grandi cambiamenti in questi ultimi anni. E siccome non ci piace dare la colpa ai poveri Maya, non possiamo sopportare il silenzio che copre la situazione degli Atenei. Per questo abbiamo pensato ad un sito che sia di riferimento e che possa raccogliere le iniziative, le notizie e i commenti che vengano dal mondo dell’Università della Calabria.
Uno spazio comune di incontro e discussione perché ciò che succede all’Università della Calabria non passi sotto silenzio, per non abituarci alle storture di ogni giorno. Non uno spazio neutro, però, perché crediamo di questo sfacelo qualcuno ha la responsabilità. Crediamo che chi ha “riformato” e amministrato l’università lo ha fatto senza avere un piano per il futuro dell’istruzione pubblica e dei giovani studenti.
Noi vogliamo capovolgere questo ragionamento e crediamo che l’università vada riformata “dal basso” cioé mettendo al centro i bisogni e i diritti degli studenti e della conoscenza. E’ metodo più efficace, oltre che l’unico davvero giusto, per far far funzionare l’università pubblica in crisi. Partecipare non vuol dire soltanto decidere delle cose che ci riguardano da vicino, ma anche essere responsabili di ciò che ci sta intorno. Crediamo, dopo tante riforme “dall’alto” sia il momento che a riformare l’università siano gli studenti. Non possiamo più essere gli oggetti, i prodotti, di questo Ateneo, vogliamo finalmente esserne soggetti protagonisti.
Non solo uno spazio comune. Mettiamo in campo anche un questionario che possa provocare e stimolare gli studenti a parlare dell’argomento che li riguarda di più: la loro formazione. Se funziona o meno e perché.
Un primo passo. Poi, raccolti tutti i questionari, gli stimoli le discussioni… Perché non convogliare le nostre opinioni? Possiamo ancora permettere che si amministri l’università senza ascoltare la voce degli studenti?
Il futuro di uno studente calabrese è – oggi più che mai – accerchiato da ostacoli e interrogativi. Anche solo cercare di rimanere in corso con gli esami diventa una battaglia insormontabile. Ma a che pro? I quesiti da porsi sembrano infiniti.
Qual è la qualità della didattica che ci offrono? Quanto la stiamo effettivamente pagando?
Chi gestisce e come i servizi dedicati a noi studenti? Che possibilità abbiamo davvero di valutarli?
Tutto ciò ci consentirà di avvicinarsi almeno un poco al futuro che vogliamo costruirci?
Quanto gli studenti sono stati messi a conoscenza dei grandi cambiamenti messi in campo in questi anni? E quanto ha contato la loro voce in questo periodo? Perché dobbiamo essere solo delle matricole, dei bancomat?
Cero non sarà con lo studio isolato e con l’indifferenza e che riusciremo a migliorare la nostra condizione. Anzi, magari è proprio cercando di affrontare insieme la nostra situazione che riusciremo a trovare una strada per la soluzione… E il coraggio necessario a percorrerla!
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