L’UniCal sotto elezioni


 

RENDE, 23/05/2013_Comunicato Stampa

Non possiamo esimerci da fare alcune riflessioni di fronte a queste elezioni dei rappresentanti degli studenti nei Corsi di laurea e nei vari Dipartimenti all’Unical. Infatti, i rappresentanti studenteschi nelle vecchie facoltà sono ormai decaduti da quasi un anno ma, nonostante ciò, si sono discusse e quasi approvate diverse importanti modifiche riguardanti l’ordinamento della didattica e non solo.

Ad esempio, i regolamenti dei vari dipartimenti da poco insediati sono stati stilati senza che vi fosse nemmeno il solito manipolo di rappresentanza studentesca fantasma. Rappresentanza di parata se si considera che il numero degli studenti nei consigli è calcolato in base a quello dei professori presenti nel dipartimento e non in base al numero di studenti iscritti. Quindi Il paradosso: i rappresentanti degli studenti nei dipartimenti saranno in verità rappresentativi della classe docente!

In questa fase, dettata dalla ristrutturazione dell’università perpetrata dal trittico Tremonti-Gelmini-Monti, si è pensato di prorogare il mandato al rettore, guardandosi bene dal rendere partecipi o quantomeno informare gli studenti che dovrebbero essere il perno di questa università pubblica. Quando ormai i giochi si sono chiusi, dall’alto è stato deciso che è arrivato il momento di “coinvolgere” gli studenti. Ci chiediamo ora quanto siano legali le modifiche e i regolamenti stilati sino ad oggi da organi monchi di una componente. Ci sembra ovvio, nonché democratico, che l’organizzazione della didattica e di tutto l’ateneo debba partire dal basso coinvolgendo gli studenti, quei soggetti per la quale le università nascono.

C’è inoltre da riflettere anche sul vincolo che queste nuove elezioni impongono ai fuoricorso, è infatti vietato agli studenti fuoricorso da più di un anno di essere eletti. Non vengono considerati in grado di decidere sul futuro della propria università. Stando alle statistiche dell’Anagrafe Nazionale Studenti del Ministero dell’Istruzione il numero dei fuoricorso nella nostra università si attesta oltre il cinquanta per cento.

Quasi la meta dei “contribuenti” di questo ente pubblico vengono esclusi dagli organi di governo dell’ateneo. Gli studenti fuoricorso avrebbero inoltre grandi necessità di vedere riconosciuto il loro particolare status, con l’istituzionalizzazione per tutto l’ateneo di quelle sessioni oggi chiamate straordinarie e che di fatto consentirebbero una migliore organizzazione del loro percorso di studi.

Non solo. Sono affidate alle voci di corridoio le notizie su quanti e quali saranno i corsi che cadranno all’apertura del prossimo anno accademico sotto i colpi dell’ultimo decreto ministeriale per l’accreditamento e la valutazione degli atenei (DM47). Eppure basterebbe utilizzare lo stesso strumento in positivo, valutando con questo le risorse necessarie a mantenere e migliorare la didattica erogata dal nostro ateneo. Bisogna opporsi al taglio del prossimo manifesto degli studi, ampliarlo e stilare così un piano di rifinanziamento da porre con forza dentro e fuori i palazzi della regione e del governo centrale. Quando si è fatto, in passato, i risultati si sono ottenuti.

Questo è il livello di partecipazione studentesca con cui ci dobbiamo confrontare. Le decisioni vengono prese o dall’alto, senza gli studenti, o azzerandone di fatto il contributo. Chi ha paura del confronto? Nel frattempo la gestione dell’ateneo è dilaniata da diverse compagini che sembrano essere in campagna elettorale continua. L’abbiamo detto molte volte: prima che la crisi dell’istruzione pubblica diventi definitivamente una catastrofe, c’è bisogno di una presa di responsabilità. Solo processi partecipati da tutta la popolazione universitaria potranno mettere in moto il cambiamento necessario. Non saranno i micidiali tagli e l’overdose di impresa somministrata negli ultimi cinque anni alle università italiane a ridurre lo smantellamento di didattica e servizi e la disoccupazione rampante. Noi come studenti non potremo permettere che ciò accada e quindi ci batteremo con ogni mezzo per impedire la distruzione della nostra istruzione pubblica.

 

Laboratorio Politico P2 Occupata

Cubo 40 C, Università della Calabria, Rende (CS)

info: p2okkupata@inventati.org 

I commenti sono stati disattivati.