I nostri quesiti ai candidati a rettore


21/06/2013 

L’Università della Calabria sta affrontando grandi cambiamenti. Uno di questi è l’elezione del Rettore dopo il lungo e controverso mandato di Latorre (su cui già abbiamo avuto modo di esprimerci). Per molte decisioni e molte trasformazioni sono stati pressoché assenti sia una corretta informazione, sia un percorso di reale confronto pubblico e di coinvolgimento di tutte le componenti universitarie, soprattutto quelle non docenti.

Come studenti del Laboratorio Politico P2*occupata, crediamo sia importante non essere “utenti” di questa università e perciò abbiamo stilato (anche noi!) una serie di quesiti per i candidati su tematiche che crediamo importanti per questo Ateneo pubblico. E’ importante che la discussione non rimanga epistolare o “virtuale”. Con ciò vogliamo stimolare, anche i futuri Rettori, affinché ci si impegni a rianimare il confronto pubblico e la partecipazione all’UniCal.

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Questa crisi dell’istruzione pubblica è strettamente collegata alle politiche di sotto-finanziamento e di ristrutturazione degli organi amministrativi interni imposte dai vari governi centrali e regionali che si sono succeduti. Sembra oramai patrimonio collettivo non solo dei candidati che questa impostazione ministeriale sia una delle principali cause della situazione in cui versa oggi la nostra università.

In che modo intende agire per assicurare una inversione di rotta ed il necessario rifinanziamento affinché non si risolva la crisi del sistema UniCal con contrazioni interne (come l’aumento della contribuzione studentesca, le problematiche legate alle assunzioni ed il peggioramento di didattica, ricerca e servizi)?

Tutti i candidati, con toni diversi, hanno proposto una riforma degli organi amministrativi dell’UniCal. E’ stato sottolineato da molti che questo momento di cambiamento, dalla riscrittura dello Statuto all’elezione del Rettore, passando per la formazione dei nuovi Dipartimenti, non è stato adeguatamente rappresentativo delle istanze che caratterizzano la comunità accademica. E’ molto probabile che ciò sia legato anche alla lunghezza del mandato del Rettore uscente ma è evidente una mancata sintesi tra diverse categorie e diverse fazioni che produce nei fatti una informazione e partecipazione carente e diversi ostacoli amministrativi.

Per rimettere al centro la partecipazione della comunità accademica, soprattutto quella non docente, in che modo si propone di modificare la costituzione ed i rapporti tra gli organi amministrativi UniCal e la vita dei nuovi Dipartimenti?

L’approvazione di questo manifesto degli studi, come pure di questo calendario accademico, ha dimostrato la grande difficoltà di mettere in discussione il modello UniCal. Infatti, il Senato Accademico, invece che discutere e proporre un piano strategico per il ridisegno complessivo dell’offerta formativa, ha scelto – non senza complicazioni – di “tagliare i rami secchi” (come gli insegnamenti a scelta ed interi corsi di laurea). Impostare la didattica, così come la ricerca, su coefficienti e tabelle dei decreti ministeriali, può provocare disagi e scompensi. Altro tema importante per un corretto percorso formativo che sembra essere blindato sono le sessioni d’esame e gli altri elementi dell’organizzazione della didattica.

Con quali modalità si propone di costruire una pianificazione ed una organizzazione di didattica e ricerca basate sui bisogni sia dei “formatori” che dei “formati” come del territorio che li accoglie?

La natura di Campus dell’UniCal è un elemento importante per tutti i candidati. Capire la loro idea di socialità è funzionale per comprendere sia il clima che si intende costruire in questo luogo di formazione, sia il collegamento da istituire con il territorio. Ciò dovrebbe tradursi nella costruzione di pratiche comuni attraverso il confronto tra le diverse categorie della comunità universitaria.

Mensa, trasporti, residenzialità, attività culturali e di aggregazione: il nodo della gestione dei servizi è fondamentale per capire che ruolo deve avere l’ente pubblico UniCal nel suo contesto.

Non siamo privi di riferimenti a riguardo. L’odierna situazione, giudicata non positiva da molti candidati, è stata il prodotto di una amministrazione della residenzialità e della socialità basata su poche iniziative “istituzionali” e su esempi pressoché assenti di gestione partecipata. Abbiamo esempi di amministrazione privata dei servizi che sono significativi sia per quanto concerne il lato economico, sia per quanto riguarda il lato meramente qualitativo.

In quale maniera intende garantire il peso pubblico all’interno della gestione del Campus, se lei lo ritiene necessario e perché?

Quale livello di controllo e coinvolgimento intende prevedere nell’amministrazione dei servizi per la comunità universitaria, (composta dai fruitori ma anche da chi lavora in questo settore)?

 

Laboratorio Politico P2 Occupata

Cubo 40 C, Università della Calabria, Rende (CS)

info: p2okkupata@inventati.org

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