Incontro col Ministro. Il patto esiste solo sulla carta. Non aspettiamo di farci fregare (di nuovo)


RENDE, 27/11/2013_ComunicatoStampa

L’incontro avvenuto giovedì scorso quasi clandestinamente tra il ministro Carrozza e alcuni rettori degli atenei meridionali non può che allertare tutta la comunità universitaria. Dimostra, infatti, che la nostra classe dirigente, messa di fronte alla crisi dell’istruzione pubblica, non riesce a produrre altro che una serie di proclami e di “belle parole”. Non un arretramento concreto rispetto al decreto sui punti organico, non un euro in più stanziato per istruzione e ricerca. L’università Italiana continuerà la sua caduta.

I nostri rettori speranzosi, che si sono trovati di fronte a questa porta chiusa, avranno un bel da fare per spiegare come mai sono di ritorno a mani vuote nei rispettivi atenei. Potrebbero parlare di come il ministro ha espresso l’intenzione di ritornare ad un dialogo con la Crui. Dopo anni di guerra dichiarata agli atenei pubblici, la parola “dialogo” può sembrare davvero una bella cosa solo per chi vuole ancora girare a vuoto. Infatti, a questa buona intenzione è stata accompagnata non la costruzione di un tavolo permanente di confronto, ma invece un provvedimento delega che mette nelle mani del governo tutti i poteri in materia. Ecco l’ennesima prova di “democrazia” e “dialogo”.

Proprio questo si deve tenere a mente. Per il rettore Crisci, che si è dichiarato disponibile e attento alle istanze del nostro campus, questa è la prova del nove. L’Università della Calabria attende una risposta concreta. La qualità della didattica e della ricerca è già stata colpita dagli osceni criteri del turn over e della virtuosità. Senza un piano adeguato e un rifinanziamento stiamo sprofondando ancora di più nella crisi (sia in termini di didattica e ricerca, che di servizi).

Per questo ci aspettiamo che il neo eletto rettore Crisci non si unisca al coro dei proclami che vogliono addormentare il grido dell’università pubblica. Ci aspettiamo che nell’assemblea di ateneo, che lo stesso Magnifico ha chiamato per il 17 dicembre, ci sia non solo la disponibilità, ma la ferma convinzione che la comunità universitaria si unisca davvero a difesa di se stessa.

Non solo Crisci, ma tutta la Crui deve dimostrare di essere capace di un confronto trasparente e “partecipato”. Dovranno essere più vicini alle esigenze dei loro atenei che agli interessi dominanti se davvero vogliono salvare l’istruzione pubblica dalla rovina.
Gli studenti e i lavoratori della comunità universitaria li misureranno proprio su questo.

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