Aggiornamento sulle sessioni d’esame del 509


In pochi giorni, con la facoltà deserta per l’assenza di corsi ed esami, abbiamo raccolto circa 400 firme.

Decine e decine di studenti hanno raccolto il nostro appello ad essere presenti in consiglio di Facoltà e sono rimasti fino alla fine. Siamo intervenuti sia per ottenere le nostre sessioni d’esame, unico aspetto positivo dell’ordinamento 509, sia per spingere la nostra facoltà a prendere una posizione di opposizione netta, reale e non a parole, contro il DDL Gelmini.

Sul 509 il preside non vuol sentir parlare di fallimento, ma dopo alcuni anni di sperimentazione l’ordinamento dei corsi trimestrali è stato abolito: una qualche ragione ci sarà. Quello che rimane sono migliaia di studenti con un corso di studi sovrumano, che storicamente ogni movimento studentesco ha criticato. Lo precisiamo: gli studenti erano da soli quando criticavano i trimestri, sono da soli quando criticano il 3+2, la nuova governance, gli attacchi al diritto allo studio, l’inserimento dei privati. Che servi da lezione anche ai nostri colleghi indifferenti che oggi subiscono le conseguenze inevitabili di contro-riforme e tagli.

I nostri corsi non ci sono più: ci hanno detto “chi è rimasto indietro si arrangi”. Ma il numero di esami resta, la propedeuticità anche.

Abbiamo ottenuto la calendarizzazione nel prossimo Consiglio di Facoltà del punto all’ordine del giorno sulla nostra chiara, perentoria richiesta: il ripristino delle sessioni trimestrali per tutti gli iscritti all’ordinamento 509 fino al loro esaurimento. Abbiamo depositato le firme, ma tutto questo non basta.

Fino al prossimo consiglio di facoltà dobbiamo continuare a raccogliere firme: devono diventare una valanga. Al prossimo Consiglio di Facoltà tutti dobbiamo essere presenti: studenti in carne ed ossa che non vogliono essere più cavie nè dei vecchi ordinamenti nè dei nuovi, nè dei tagli nè delle controriforme che siano di centro-destra o di centro-sinistra.

Lo dobbiamo a chi ha conquistato diritti per noi, lo dobbiamo a chi verrà dopo di noi, lo dobbiamo a noi stessi.

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