Come stabilito nell’Assemblea del 26 Ottobre, gli studenti della Facoltà, oltre ad organizzarsi in un coordinamento studentesco, avrebbero stipulato un documento di forte opposizione denuncia rispetto alla situazione drammatica dell’Università Pubblica. Il documento è stato discusso ed approvato nella prima riunione del Coordinamento Studentesco di Ingegneria. Come stabilito in Assemblea verrà diffuso sui mezzi stampa e sarà chiesto alla Facoltà di pubblicarlo sul proprio sito istituzionale. Inoltre verrà chiesto alla stessa di girarlo alle altre Facoltà di Ingegneria d’Italia ed alle altre facoltà dell’Ateneo.
L’Assemblea degli Studenti della Facoltà di Ingegneria, riunitasi il 26 Ottobre 2010 nell’aula P2 Occupata, successivamente per la grande affluenza spostatasi in aula A, che ha visto la partecipazione di centinaia di studenti della Facoltà, si è espressa compattamente e in maniera forte rispetto alla situazione in cui versa l’Università Pubblica Italiana.
Gli studenti hanno analizzato non solo le conseguenze che sul piano nazionale vedono il sistema dell’istruzione pubblica, tra cui anche l’università, in ginocchio a causa delle continue vessazioni subite in maniera bipartisan, ma hanno anche focalizzato chiaramente quelle che sono le conseguenze nella nostra Università e sul nostro percorso di studi.
Dai dati forniti durante la discussione è emersa una Facoltà con un bilancio ridotto di tre quarti rispetto a quello degli anni passati. Inoltre il diritto allo studio dell’ateneo è letteralmente piegato dal taglio del 65% delle borse di studio, il quale si aggiunge ad un bando di ammissione che conta circa 1300 posti in meno per gli studenti. E siamo ancora all’inizio dei tagli della Legge 133/08 (circa 200 milioni di euro su 1450 totali) a cui si aggiungeranno le nuove decurtazioni previste dalla finanziaria attualmente in discussione.
In questo contesto di affondamento coatto dell’Università Pubblica per opera dei Ministeri delle Finanze e della Pubblica Istruzione, il governo si prepara a ristrutturare, o meglio destrutturare, il tutto dall’alto attraverso il DDL 1905 (cosiddetto DDL Gelmini). Portando gli atenei alla fame e incentivando una campagna mediatica di diffamazione nei confronti dell’Università, il governo intende celare le sue reali intenzioni. Il DDL 1905, infatti, cavalcando un decennio di pessima gestione dell’autonomia degli atenei, intende far sparire ciò che rimane dell’Istruzione di massa, simbolo del cambiamento dell’intero paese nella seconda metà del secolo scorso.
Al taglio delle borse di studio si intende sopperire coi Prestiti d’onore: quello che fino ad oggi era un diritto per tutti coloro i quali non possono permettersi gli studi superiori, viene trasformato in un debito da contrarre nei confronti di banche e istituti di credito vari. Come succede in altri ambienti della Cosa Pubblica, il bisogno diventa motivo di ricatto e di lucro. Quando pagheremo questi debiti con gli anni di precariato e disoccupazione che attendono statisticamente gli studenti alla fine del proprio percorso formativo?
Inoltre, se già oggi i vertici dell’Università possono permettersi mille scelleratezze, con l’approvazione del nuovo DDL si assisterebbe ad un ulteriore accentramento dei poteri in mano a pochi soggetti. Nello specifico si intende sopprimere il ruolo decisionale che spetta al Senato Accademico in materia di Didattica lasciando ogni decisione in mano al nuovo CDA. Questo sarà composto da massimo 11 membri, tra cui:
– Rettore
– 1 o 2 rappresentanti degli studenti (a fronte dei 3 attuali)
– almeno 3 membri esterni al Sistema Universitario
Questi 3 membri esterni ed il resto del CDA devono essere scelti tra “personalità con comprovata capacità in campo gestionale“, presumibilmente personalità politiche o “di spicco” nel panorama regionale: possiamo soltanto immaginare chi entrerebbe nell’amministrazione del nostro Ateneo considerando il contesto calabrese. Al Senato Accademico non resterebbe altro che il semplice ruolo di formulare proposte e pareri.
In tutto questo gli studenti, ed intere generazioni di giovani italiani, si trovano a subire unilateralmente le conseguenze di scelte ben precise da parte di una classe dirigente scellerata tanto tra le stanze dei ministeri quanto tra gli uffici amministrativi degli atenei, i quali, nel migliore dei casi, hanno semplicemente avallato i primi.
Gli Studenti della Facoltà di Ingegneria dell’Università della Calabria, uniti e con forza, rigettano la manovra in atto e si dichiarano fermamente contrari ai tagli della legge 133/08, ai tagli che stanno emergendo dalla nuova manovra finanziaria ed al DDL 1905 prossimamente in discussione. Nel dichiarare ciò annunciano di organizzarsi in un coordinamento per pianificare e realizzare attività di informazione, sensibilizzazione e protesta che andranno avanti ad oltranza fino al ritiro dei suddetti. La necessità di continuare il proprio percorso di studi (lezioni, esami, altre attività), manifestata ovviamente da tutto lo studentato, sia per ragioni prettamente didattiche, quanto per ragioni effettivamente economiche, si unisce quindi alla consapevolezza che quanto sta accadendo al sistema universitario esige una nostra risposta decisa.
È una responsabilità irrimandabile nei confronti delle nostre concrete prospettive di studio e di realizzazione.
È una responsabilità irrimandabile nei confronti di generazioni e generazioni di studenti futuri che non potranno permettersi più di studiare nelle Università che non saremo stati in grado di difendere. Se pensiamo poi al ruolo sociale dell’Università della Calabria, nata proprio per permettere a migliaia di giovani calabresi di accedere all’alta formazione, come studenti di questo ateneo ci sentiamo ancora più coinvolti in questa ostinata difesa.
È una responsabilità irrimandabile nei confronti dell’intero paese, il quale senza un’istruzione pubblica e accessibile regredirebbe verso una condizione di ulteriore arretratezza. Lo sanno bene gli artefici di questo progetto: una popolazione senza cultura è una popolazione facilmente plasmabile.
Come studenti della Facoltà di Ingegneria non intendiamo difendere l’attuale sistema di errori e privilegi che caratterizza una parte dell’Università Pubblica Italiana. Difendiamo però con forza il ruolo fondamentale dell’Università Pubblica, respingendo qualsiasi provvedimento che ne comprometta la sopravvivenza. Al di là di proclami e fuorvianti dichiarazioni d’intenti, questa è l’unica reale conseguenza dei provvedimenti sopra citati, i quali rappresentano una organica e pianificata contro-riforma. Ci troviamo dunque a difendere quanto abbiamo adesso per avere la possibilità di cambiarlo, in meglio, domani.
Questi contenuti continueranno ad essere discussi ed approfonditi nella facoltà, contestualmente alla loro diffusione ed alle iniziative di lotta che intendiamo intraprendere da oggi in poi.
Non abbiamo timore di iniziare una lotta partendo dalle nostre aule, fiduciosi che la mobilitazione già attiva lungo tutto il paese prenderà presto forza e vincerà questa importante battaglia del nostro tempo.
STUDENTI DELLA FACOLTÀ DI INGEGNERIA – UNICAL
ASSEMBLEA DEL 26 OTTOBRE 2010
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