ADERISCI ALL’APPELLO, INVIA IL TUO NOME O IL NOME DELLA TUA ASSOCIAZIONE ALL’INDIRIZZO trenoperduto@gmail.com
Dal sito di Terra e Popolo:
Appello ai cittadini, alle associazioni, alle istituzioni
Lo stato drammatico delle ferrovie sulla fascia ionica affonda le sue radici nella storia del meridione ed è figlio di errori ed ingiustizie nei confronti del nostro territorio. A tutto questo troppo spesso ha contribuito anche l’insensibilità della società civile.
Oggi il nostro territorio è tagliato fuori dal resto del mondo ed ogni investimento nelle tante risorse di cui dispone è destinato a fallire: agricoltura, storia, cultura, natura, paesaggio, clima, nessuno di questi valori può essere apprezzato e può diventare lavoro, economia e benessere per le nostre comunità per il semplice fatto che nessuno può raggiungerci.
Nell’ultimo anno sono state chiuse le ultime stazioni, tagliati gran parte dei treni regionali, abolite tutte le tratte a lunga percorrenza su una linea ferroviaria unica, non elettrificata, assolutamente obsoleta. Sul nostro territorio è negato un diritto universale garantito dalla carta dei diritti dell’uomo e dai presupposti della Comunità Europea, in generale è negato un diritto senza il quale una società può dirsi civile, il diritto alla mobilità.
Per questo una serie di associazioni lungo tutto la Calabria ha lanciato una campagna di sensibilizzazione e mobilitazione per far sentire la voce della nostra gente, per interrompere questo stato di violazione dei diritti fondamentali dell’uomo, una campagna iniziata il 15 Settembre 2012 alle stazioni di Sibari e di Rossano, con la partecipazione di centinaia di persone.
Un presidio di legalità vera, di condivisione e di confronto fra persone, associazioni, città e colori diversi, un presidio dove le tante emergenze del territorio si sono intrecciate, dai treni alla sanità, passando per il tribunale ed il lavoro, un presidio vissuto con estremo pacifismo e collaborazione con tutti i soggetti intervenuti: le ferrovie, le forze dell’ordine, i passeggeri, i commercianti. Il treno, una littorina del dopo guerra da 50 posti, l’unico previsto nell’orario, fece poco più di un’ora di ritardo. Durante quest’ora uno dei passeggeri, una signora anziana, espresse l’esigenza di dover arrivare a Crotone con rapidità, così fu accompagnata con l’auto, arrivando probabilmente prima dell’orario previsto col treno. Quando il presidio si sciolse, cittadini e cittadine appurarono che binari e stazione fossero più puliti di come li avevano trovati.
Per tutto questo gli organi preposti hanno deciso di denunciare 14 persone per “interruzione di pubblico servizio”, partendo evidentemente da un presupposto discutibile: che quello offerto ai cittadini della fascia ionica della Calabria, oggi, si possa definire “servizio”.
La verità è che questo territorio deve restare in silenzio ed immobile mentre viene depredato, smantellato, devastato. La verità è che una delle caratteristiche più apprezzate da parte di alcune istituzioni, lontane dai nostri bisogni, è la poca reattività del nostro territorio, e quando questa viene smentita, seppur pacificamente e civilmente, deve essere stroncata.
Per questo ci appelliamo a tutti i cittadini, le associazioni e le istituzioni, affinché sostengano e si uniscano a questa lotta di civiltà, per smentire l’idea, sottintesa in questa vicenda, per cui chi lotta per i bisogni ed i diritti della nostra gente è losco, illecito, abusivo. Chi lotta, al contrario, ama. Chi ama questo territorio, chi non va via e resta, lotta per difenderlo.
Uniamoci in un unica grande voce che scandisce, a testa alta: il 15 settembre c’ero anch’io. Sosteniamo i cittadini che si impegnano senza tornaconto personale per difendere i diritti di tutti e che oggi si trovano coinvolti in questa ingiusta vicenda. Sosteniamo chi ama il territorio, quindi chi lotta per difenderlo. Sosteniamo quindi noi stessi, il nostro presente, il nostro futuro.
ADERISCI ALL’APPELLO, INVIA IL TUO NOME O IL NOME DELLA TUA ASSOCIAZIONE ALL’INDIRIZZO trenoperduto@gmail.com .
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