Sulla didattica non decidete da soli


Contro l’università usa e getta. L’unica soluzione è la partecipazione.

 

RENDE, 20/02/2013_Comunicato Stampa

L’Università della Calabria è in piena emergenza. Insieme ad altre università è stata colpita dal completo riassestamento imposto dall’alto con la legge a firma Gelmini. Tra l’altro, l’intera offerta didattica dovrà essere rivista. E i conti non tornano.

Molti dubbi attanagliano gli studenti, mentre l’incertezza regna sovrana. Infatti, questo è l’ennesimo passo di un sostanziale commissariamento del governo dell’università, avviato con l’approvazione della legge 240. Ultimo passaggio di tutta una serie di riforme che non hanno nemmeno il tempo di essere approvate che sono già da modificare.

La trasformazione degli organi di amministrazione dell’ateneo e la riscrittura dello statuto hanno rivelato appieno lo spirito presente all’interno dell’UniCal: la discrezionalità. Infatti, se al centro del nuovo disegno di università ci saranno i Dipartimenti, con quale logica sono stati costituiti? Secondo legge, il criterio unico è il numero 45 componenti docenti. Infatti, nel Dipartimento di Ingegneria Civile e Edile c’è un biologo. Nulla da eccepire sul concetto di sapere universale, anche se questo sembra proprio un pastrocchio. Per non parlare di Dipartimenti come quello di Ingegneria Ambientale associato con Ingegneria Chimica. Sperimentazione? Dulcis in fundo, l’offerta didattica ora sarà basata sulle sole “disponibilità” all’interno dei singoli 14 Dipartimenti. Ciascuno si fa i calcoli in proprio, insomma. Come si fa a costruire un disegno unico? Sarà una federazione di 14 città-stato? Da qualche parte si stimola un incontro informale dei Direttori di Dipartimento, da un’altra si chiede aiuto al Senato Accademico, ma nessuno ha delle risposte. Ci sono 37 componenti docenti che, a quanto pare, devono “migrare”. Che succederà? Potrebbero venire a cadere interi Dipartimenti e sarebbe tutto da rifare.

Ancora. Perché si è andati così svelti nella formazione dei nuovi Dipartimenti e nella elezione dei rispettivi Direttori, mentre ancora si devono stilare i regolamenti interni (che sono ancora un mistero per gli stessi dipendenti)?

Non è finita. Perché lo Statuto d’Ateneo appena approvato è già da cestinare (come dicono persino i Capi-Dipartimento e docenti che lo hanno votato)? Che fine faranno i nostri 4 Regolamenti?

Duro ammetterlo solo ora: la riforma Gelmini non ha migliorato l’Università pubblica. E la sua applicazione non è da meno. La didattica e la ricerca all’’Università della Calabria si sviluppano in seno ad un vuoto di responsabilità. Gli stessi attori di questo cambiamento, non possono non ammettere che stanno navigando a vista.

Veniamo da una situazione in cui la trasparenza è stata un lusso che nessuno si è concesso, nonostante le norme e suoi criteri criteri fossero noti da almeno un anno. E’ calata una coltre di silenzio e tutte le decisioni sono state prese in riunioni sempre più ristrette per rispondere a interessi sempre più frazionati, spesso in aperto contrasto tra loro.

Volendo essere cinici, l’unico merito della riforma Gelmini finora è stato quello di svelare che chi gestisce oggi l’università non ha una strategia per servire gli studenti e il territorio, non ha obiettivi etici da raggiungere.

Non possiamo continuare a vivere in questa situazione di emergenza e cercare di trovare il modo per raggiungere le caratteristiche imposte dal Ministero. Questa strategia si è dimostrata abbondantemente fallimentare. Ora ce ne serve un’altra: la partecipazione. Se manca una idea fondante di università, dobbiamo ricostruirla dal basso, correggendo le storture di questa realtà.

Non solo. Noi studenti non possiamo continuare ad essere l’oggetto dell’istruzione. Non possiamo continuare a trascurare il futuro di decine di migliaia di giovani che vivono questa università e che ne devono essere i reali protagonisti.

Gli studenti devono diventare il soggetto e non l’oggetto della Didattica. Perché non dovremmo esprimerci sull’organizzazione degli insegnamenti e dei corsi di laurea di questa università? Perché ci vogliono tenere all’oscuro delle decisioni e delle regole che riguardano l’UniCal?

Per questo chiediamo formalmente che nella seduta del Senato Accademico di domani giovedì 21 febbraio venga rimandata la discussione prevista per l’organizzazione dell’offerta formativa. E chiediamo ai Direttori di Dipartimento e agli organi preposti che venga finalmente avviata una discussione pubblica all’inerno dei Dipartimenti, rimandando la decisione finale ad un Corpo Accademico allargato a tutta la comunità accademica.

Laboratorio Politico P2 Occupata

 

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