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Finito un infuocato Consiglio di Facoltà. E ora?

Mentre la gelmini ammette che alcuni atenei stanno per chiudere

la nostra Facoltà si occupa di far partire l’anno accademico in un Consiglio disgustoso.

Nell’assemblea di stamattina avevamo deciso di bloccare il Consiglio, e lo abbiamo fatto per quasi due ore. Ecco il documento che abbiamo preparato al riguardo:

È ormai da settimane che il nostro Anno Accademico sarebbe dovuto iniziare. Ci troviamo ad oggi in una situazione di profonda incertezza causata dalla colpevole mancanza di informazione, dovuta a coloro i quali decidono unilateralmente dell’ipotetico avvio delle lezioni, ma anche e soprattutto alla assenza completa di momenti di dialogo tra le varie componenti che vivono quotidianamente l’università. Non ci si venga a dire che il confronto possa essere fatto o pensato mediante letterine pubblicate, previa selezione, su internet oppure tramite un’assemblea, apparentemente tanto urgente da essere convocata in orario notturno, voluta dal Preside della nostra Facoltà qualche giorno fa, in vista dell’imminente discussione alla camera del DDL 1905 e della sua potenziale fulminea approvazione. Come studenti, ma soprattutto come cittadini, abbiamo sentito l’esigenza di affermare con forza in quella sede le ragioni del nostro dissenso e la contrarietà a questo disegno di legge che darà il colpo di grazia alla natura pubblica dell’università. Ma non solo. Abbiamo espresso quello che secondo noi è il concetto di responsabilità a cui ormai tutti oggi si affidano per tentare di affievolire quella che è una protesta giusta e sopratutto doverosa. Che razza di responsabilità è quella di avviare questo Anno Accademico con la consapevolezza di un prossimo futuro fatto di tasse insostenibili, diminuzione di borse di studio e della qualità della didattica, prestiti d’onore, atenei-azienda che dettano ritmi e contenuti della didattica e della ricerca? Nei confronti di tagli indiscriminati e riforme che hanno di questi scopi, l’unico gesto possibile e responsabile è quello di bloccare l’Anno Accademico, pretendere il ritiro del DDL e ottenere il rifinanziamento statale dell’Università. Se non sarà l’Università stessa a farlo, non lo farà nessun altro, e non è in difesa del privilegio di “qualcuno” o dell’attuale assetto che ci schieriamo, ma in difesa del diritto e dell’esistenza dell’Università Pubblica. Ora il DDL è slittato, ma la nostra Facoltà non ha intrapreso nessun’altra iniziativa di confronto, informazione, sensibilizzazione o protesta. Anzi, se oggi siamo qui è proprio perché non intende farlo, e pensa che sia necessario quindi affrettarsi a tornare alla normalità licenziando una controversa copertura dei corsi e avviando così l’Anno Accademico, come se nulla stia succedendo. Coloro che portano avanti battaglie esclusivamente corporative sono facilmente soggetti a ripensamenti, sensi di colpa e richiami ad una presunta responsabilità dimostrando di non avere a cuore ciò per cui stiamo lottando ormai da due anni. Il CdF di oggi va proprio in questa direzione e noi da studenti e cittadini non possiamo permetterlo! Non siamo abituati a scegliere le nostre controparti a priori, ma ad oggi non possiamo che constatare che il resto della popolazione accademica ha scelto da che parte stare, lasciandoci ancora una volta soli nella battaglia in difesa dell’Università Pubblica e non solo di interessi individuali e corporativi. Nessun gongoli, non abbiamo paura di stare soli! Il sacrificio nostro e delle nostre famiglie nel pagare rette universitarie sempre più salate, copiosi affitti e decine di altre spese rischia oggi non solo di essere vano, ma di rappresentare il pretesto per chiudere le porte agli studenti del prossimo domani e consegnare al futuro un paese fieramente e strutturalmente ignorante. Se questa è la conseguenza dell’indifferenza e della rassegnazione di ieri, se questo è il prezzo di una fantomatica responsabilità istituzionale, tutti noi studenti, e non solo, prendiamoci la responsabilità di fare una scelta diversa oggi. Noi abbiamo scelto che questo Consiglio di Facoltà non s’ha da fare. NOI NON SIAMO IRRESPONSABILI. IL FUTURO CHIAMA, E QUESTA È LA NOSTRA RISPOSTA.

In tutto questo gli illustri desaparecidos rappresentanti degli studenti sono arrivati con il solito gruppo di fans a chiedere l’avvio delle lezioni, appoggiati da baroni e baronetti. Pagheranno loro le nostre cambiali quando tagli e DDL saranno a regime, vero?

L’anno accademico, scaglionato e senza ricercatori, partità il 25 Ottobre. Smetteremo quindi di pagare l’affitto a vuoto, lo pagheremo consapevoli di contribuire alla fine dell’Università Pubblica. Fratelli minori e prossimi figli saranno fieri di noi. Noi ci vergogniamo di appartenere ad una comunità di ignavi, ma come abbiamo scritto, non abbiamo paura di lottare da soli.

LA SETTIMANA PROSSIMA ORGANIZZEREMO UN’ASSEMBLEA DI FACOLTÀ DOVE ILLUSTREREMO TAGLI E DDL 1905 E DISCUTEREMO CON TUTTI GLI STUDENTI DELLE INIZIATIVE DA INTRAPRENDERE. Restate sintonizzati.

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