Articoli con tag Assemblea

Tutti pazzi per la democrazia!

 

(Comunicato stampa 25/07/2012)

L’estate all’Unical si sta impolverando di polemiche. Per quale motivo? Affrettare le elezioni di La Torre. C’è chi impugna improbabili sentenze del Tar e chi invoca lo Statuto d’Ateneo. Il tutto, attacco, difesa e contrattacco, nel sacro nome della democrazia.

Cosa spinge questo inaspettato vento estivo? Una schiera di tromboni. Proprio i presidi di facoltà, infatti, sino a ieri hanno sostenuto La Torre (ed i vari ministeri che si sono succeduti durante il suo rettorato) ed ora gli chiedono di farsi da parte e accelerare il “cambiamento dell’Unical”. Noi non dimentichiamo chi è il nostro Rettore: quel campione di democrazia che, da oramai 14 anni domina l’Unical e che alle decisioni partecipate ha in più occasioni preferito le oscure cabine di regia, passato alla storia per stemperare il dissenso con le ruspe e gli sgomberi, portando la celere fin dentro le aule universitarie. Noi non dimentichiamo quegli accadimenti che solo grazie alla nostra resistenza l’anno scorso si trasformò ne “la tinteggiata dell’aula p2occupata”. Prosegui la lettura »

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La nota del RETTORE presenta GRAVI INESATTEZZE

RENDE, 9 Agosto 2011 _ Comunicato Stampa

Consideriamo positivamente il fatto che l’Amministrazione dell’Unical si stia preoccupando di verificare i requisiti di sicurezza delle Aule. Come studenti che autogestiscono l’aula P2, in accordo con la Facoltà, abbiamo segnalato fin dal Dicembre 2008 la mancanza di alcune condizioni di sicurezza a causa di infiltrazioni d’acqua nonché del guasto di una delle porte d’uscita, con particolare riferimento alle maniglie antipanico. Peccato che nonostante le richieste, l’anno scorso siano state curiosamente sostituite le maniglie di tutte le “aule P” tranne che della P2. Del resto è stato grazie alle nostre assillanti segnalazioni che i tetti di molte aule sul ponte scoperto siano stati riparati, così come è stato il nostro intervento a bonificare le aule dopo la tormenta dell’autunno del 2008, causa di buona parte dei danni. Esprimiamo dunque soddisfazione giacché l’Amministrazione dell’Ateneo si unisce a noi nella cura delle strutture dell’Università: meglio tardi che mai.

È però necessario smentire alcune gravi inesattezze presenti nella nota di ieri, diffusa dal Rettore.

Intanto le chiavi dell’Aula sono a disposizione dell’Amministrazione, degli uffici tecnici, della Facoltà, del Dipartimento, del personale di sicurezza fin dalla sua costruzione, infatti gli studenti non hanno mai cambiato la serratura. Perchè avrebbero dovuto? Le chiavi gli sono state consegnate direttamente dal personale della Presidenza della Facoltà di Ingegneria il 4 Novembre 2008: stiamo parlando dell’Organo di Governo Responsabile delle aule. Per cui è evidentemente illegittimo l’ingresso di sconosciuti non autorizzati e la sostituzione della serratura dell’aula, avvenuto ieri mattina, per cui sporgeremo formale denuncia, anche come forma di tutela per eventuali reati commessi nell’Aula in nostra assenza.

Inoltre non si capisce bene a che titolo la nota del Rettore parli di forzatura delle porte. Gli studenti hanno fatto ingresso nell’aula per verificare le condizioni della struttura attraverso una delle porte malfunzionanti, facilmente e senza alcuna forzatura. Del resto, come detto, il malfunzionamento era stato più volte segnalato.

Ci rammarichiamo del fatto che nessun rappresentante dell’amministrazione abbia partecipato alla nostra conferenza stampa, nonostante avessimo inviato l’invito al Rettore, al responsabile delle Relazioni Esterne nonché alla segreteria del rettore. Qualora fosse intervenuto, avremmo potuto avere un confronto realmente democratico, con contraddittorio e non con note distanti dalla realtà.

Invitiamo il Rettore a specificare quali siano gli “arbitrari e incontrollati atteggiamenti” di cui parla, se non quelli della burocrazia da anni a lui vicina. Inoltre, giacchè pare sia in vena di chiarimenti, ci chiediamo come mai non ci abbia chiesto pubblicamente di specificare a quali finanziamenti per le associazioni studentesche facevamo riferimento in uno dei nostri comunicati.

Ad ogni modo, essendo stata certificata l’ottima condizione dell’aula da parte del personale responsabile e fiduciosi che si sia trattato solo di un equivoco inserito in profonde ma chiare divergenze politiche, richiederemo agli uffici competenti il ripristino della vecchia serratura o la consegna delle nuove chiavi, oltre all’ennesima richiesta di riparazione delle maniglie antipatico. Del resto non sarebbe la prima volta che, in piena armonia, l’aula riceve la visita degli addetti alla manutenzione: si pensi che l’ultima volta sono stati gli studenti stessi ad acquistare il materiale per le sostituzioni.

Tuttavia, finché non verranno ripristinate le condizioni di normalità e rispetto delle regole, continueremo a presidiare lo spazio autogestito.

Precisiamo che gli studenti non manifestano nessuna ostilità nei confronti del personale amministrativo, di manutenzione e della sicurezza che anche ad Agosto fa il proprio lavoro. I nostri interlocutori, nostro malgrado, sono gli inquilini degli uffici politici e dirigenziali dell’Ateneo.

Laboratorio Politico P2 Occupata

Cubo 40 C, Università della Calabria, Rende (CS)

info: p2occupata@inventati.org

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Torniamo a mobilitarci. Blocchiamo lo statuto. Cacciamo il governo.

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Torniamo a mobilitarci. Cacciamo il Governo! Assemblea d’Ateneo 30 Marzo

Ora il DDL Gelmini è legge. Le mobilitazioni studentesche in tutta Italia hanno denunciato il progetto criminale del Governo, il quale, favorendo i potentati economici del paese, sta assestando probabilmente l’ultimo fatale colpo all’Università Pubblica Italiana ed al diritto di accesso ai più alti gradi della formazione per un intero popolo.

In queste settimane la commissione nominata dalle alte sfere del nostro ateneo sta provvedendo alla stesura del nuovo statuto secondo i dettami imposti dalla legge Gelmini: dopo essere stato connivente col governo per anni, tentando continuatamente di disinnescare la rivolta di studenti e ricercatori, il baronato non deve fare altro che conservare e rafforzare il proprio apparato di potere dando concretezza al nuovo modello di Università al servizio del mercato e di confindustria.

Detta in soldoni, aldilà delle barzellette del governo, chi prima era potente, costituiva apparati clientelari, influenzava i concorsi, sprecava i nostri soldi, ora è ancora più potente. Chi vede nella Università l’unica via per un ormai utopico riscatto sociale, chi investe in essa sogni, cervello, tempo e soldi, chi non ha mai deciso nulla ma da sempre subisce le scelte calate dall’alto, continua a subirle ed a vedere peggiorate le proprie condizioni. Prosegui la lettura »

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Assemblea di Facoltà ed Esami del 509

Nell’ultimo consiglio di Facoltà abbiamo ottenuto la convocazione di un’Assemblea generale per Martedì 26, alle 15:30.

La mobilitazione contro i tagli all’Università Pubblica ed il DDL Gelmini richiede la partecipazione di tutti gli studenti, per discudere e organizzare iniziative di sensibilizzazione e di lotta le quali, mentre ricomincia la didattica, devono mantenere alta la pressione sul governo e anche su tutte le corporazioni (interne ed esterne all’Università) che sostengolo il progetto di distruzione del nostro diritto allo studio. Durante l’assemblea saranno illustrati i dati delle manovre finanziarie e le conseguenze su Scuola e Università, nonchè i punti del DDL 1905 che riguardano il futuro diritto allo studio e governo dell’Università.

Prima dell’assemblea del 26, come tutti i Lunedì, si terrà un’assemblea studentesca in P2 alle 15.

Sempre grazie all’intervento nell’ultimo CDF abbiamo ottenuto la calendarizzazione del punto all’ordine del giorno che riguarda le sessioni d’esame dell’ordinamento 509. Martedì in occasione dell’assemblea chiuderemo la raccolta firme ed il giorno successivo, il giorno dopo (ore 15.30 aula DS3) in consiglio di facoltà dobbiamo intervenire in massa per ottenere la restituzione del nostro diritto a sostenere esami secondo il ritmo di studio del nostro ordinamento. Per cui facciamo tutti un ultimo sforzo per le firme dopodichè tutti in CDF: vedremo se vorranno fare i sordi anche per questo. In questo caso, come sempre, sapremo farci sentire.

RIEPILOGO

LUNEDÌ ore 15.00 : Assemblea Studentesca in aula P2

MARTEDÌ ore 15.30 : Assemblea di Facoltà, aula p2

MERCOLEDÌ ore 15.30 : Consiglio di Facoltà, aula DS3

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Finito un infuocato Consiglio di Facoltà. E ora?

Mentre la gelmini ammette che alcuni atenei stanno per chiudere

la nostra Facoltà si occupa di far partire l’anno accademico in un Consiglio disgustoso.

Nell’assemblea di stamattina avevamo deciso di bloccare il Consiglio, e lo abbiamo fatto per quasi due ore. Ecco il documento che abbiamo preparato al riguardo:

È ormai da settimane che il nostro Anno Accademico sarebbe dovuto iniziare. Ci troviamo ad oggi in una situazione di profonda incertezza causata dalla colpevole mancanza di informazione, dovuta a coloro i quali decidono unilateralmente dell’ipotetico avvio delle lezioni, ma anche e soprattutto alla assenza completa di momenti di dialogo tra le varie componenti che vivono quotidianamente l’università. Non ci si venga a dire che il confronto possa essere fatto o pensato mediante letterine pubblicate, previa selezione, su internet oppure tramite un’assemblea, apparentemente tanto urgente da essere convocata in orario notturno, voluta dal Preside della nostra Facoltà qualche giorno fa, in vista dell’imminente discussione alla camera del DDL 1905 e della sua potenziale fulminea approvazione. Come studenti, ma soprattutto come cittadini, abbiamo sentito l’esigenza di affermare con forza in quella sede le ragioni del nostro dissenso e la contrarietà a questo disegno di legge che darà il colpo di grazia alla natura pubblica dell’università. Ma non solo. Abbiamo espresso quello che secondo noi è il concetto di responsabilità a cui ormai tutti oggi si affidano per tentare di affievolire quella che è una protesta giusta e sopratutto doverosa. Che razza di responsabilità è quella di avviare questo Anno Accademico con la consapevolezza di un prossimo futuro fatto di tasse insostenibili, diminuzione di borse di studio e della qualità della didattica, prestiti d’onore, atenei-azienda che dettano ritmi e contenuti della didattica e della ricerca? Nei confronti di tagli indiscriminati e riforme che hanno di questi scopi, l’unico gesto possibile e responsabile è quello di bloccare l’Anno Accademico, pretendere il ritiro del DDL e ottenere il rifinanziamento statale dell’Università. Se non sarà l’Università stessa a farlo, non lo farà nessun altro, e non è in difesa del privilegio di “qualcuno” o dell’attuale assetto che ci schieriamo, ma in difesa del diritto e dell’esistenza dell’Università Pubblica. Ora il DDL è slittato, ma la nostra Facoltà non ha intrapreso nessun’altra iniziativa di confronto, informazione, sensibilizzazione o protesta. Anzi, se oggi siamo qui è proprio perché non intende farlo, e pensa che sia necessario quindi affrettarsi a tornare alla normalità licenziando una controversa copertura dei corsi e avviando così l’Anno Accademico, come se nulla stia succedendo. Coloro che portano avanti battaglie esclusivamente corporative sono facilmente soggetti a ripensamenti, sensi di colpa e richiami ad una presunta responsabilità dimostrando di non avere a cuore ciò per cui stiamo lottando ormai da due anni. Il CdF di oggi va proprio in questa direzione e noi da studenti e cittadini non possiamo permetterlo! Non siamo abituati a scegliere le nostre controparti a priori, ma ad oggi non possiamo che constatare che il resto della popolazione accademica ha scelto da che parte stare, lasciandoci ancora una volta soli nella battaglia in difesa dell’Università Pubblica e non solo di interessi individuali e corporativi. Nessun gongoli, non abbiamo paura di stare soli! Il sacrificio nostro e delle nostre famiglie nel pagare rette universitarie sempre più salate, copiosi affitti e decine di altre spese rischia oggi non solo di essere vano, ma di rappresentare il pretesto per chiudere le porte agli studenti del prossimo domani e consegnare al futuro un paese fieramente e strutturalmente ignorante. Se questa è la conseguenza dell’indifferenza e della rassegnazione di ieri, se questo è il prezzo di una fantomatica responsabilità istituzionale, tutti noi studenti, e non solo, prendiamoci la responsabilità di fare una scelta diversa oggi. Noi abbiamo scelto che questo Consiglio di Facoltà non s’ha da fare. NOI NON SIAMO IRRESPONSABILI. IL FUTURO CHIAMA, E QUESTA È LA NOSTRA RISPOSTA.

In tutto questo gli illustri desaparecidos rappresentanti degli studenti sono arrivati con il solito gruppo di fans a chiedere l’avvio delle lezioni, appoggiati da baroni e baronetti. Pagheranno loro le nostre cambiali quando tagli e DDL saranno a regime, vero?

L’anno accademico, scaglionato e senza ricercatori, partità il 25 Ottobre. Smetteremo quindi di pagare l’affitto a vuoto, lo pagheremo consapevoli di contribuire alla fine dell’Università Pubblica. Fratelli minori e prossimi figli saranno fieri di noi. Noi ci vergogniamo di appartenere ad una comunità di ignavi, ma come abbiamo scritto, non abbiamo paura di lottare da soli.

LA SETTIMANA PROSSIMA ORGANIZZEREMO UN’ASSEMBLEA DI FACOLTÀ DOVE ILLUSTREREMO TAGLI E DDL 1905 E DISCUTEREMO CON TUTTI GLI STUDENTI DELLE INIZIATIVE DA INTRAPRENDERE. Restate sintonizzati.

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Assemblea inizio corsi VS Università Pubblica

Domani martedì 19 ottobre 2010 ore 10:30 in aula P2 Occupata si terrà un’assemblea degli studenti sul tema “inizio corsi VS Università Pubblica”

Pomeriggio alle 15:30 si terrà in aula DS3 il Consiglio di Facoltà.

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Comunicato Stampa 08/10

Il consiglio di facoltà del 5 Ottobre non ha chiarito di fatto la posizione della nostra facoltà rispetto al DDL 1905 ed alla protesta in corso.
Come studenti siamo intervenuti a decine sia nell’assemblea di facoltà del 30 Settembre sia nello stesso CDF, ed abbiamo ribadito con parole chiare quella che è la nostra posizione di responsabilità come giovani prima che come studenti: il DDL è il colpo finale all’Università Pubblica e la nostra facoltà, come tutte le altre, deve ostacolarlo con forza e decisione.
Stiamo parlando di quegli studenti in carne ed ossa che l’anno scorso hanno organizzato numerose assemblee studio per le aule della facoltà, di quegli studenti che conoscono il DDL comma per comma, non di quegli studenti fantasma che inviano le letterine al preside con cui si vorrebbe richiamare alla responsabilità ricercatori e docenti.
Non siamo compatibili con quei ricercatori che intendono intraprendere una battaglia corporativa per ottenere solo ammortizzatori contrattuali: quello di cui l’Università ed il Paese hanno bisogno è una battaglia chiara ed il più possibile unitaria in difesa dell’Università Pubblica. Anche noi ci appelliamo alla responsabilità: quella nei confronti dei milioni di studenti di domani, quelli che si iscriveranno in una università aziendale e quelli che non potranno farlo per barriere economiche, burocratiche, sociali.
Se l’unica forma di lotta possibile per farsi sentire dalle sorde stanze del ministero è quello di bloccare l’anno accademico, allora la scelta è chiara: l’anno accademico o l’università pubblica. Qualcuno si stupisce della nostra ostilità nei confronti della facoltà e delle istituzioni d’ateneo. Gli studenti hanno la sana abitudine di non avere controparti a priori, ma sanno capire quando un soggetto è un alleato o un nemico. A contestare la legge 133, il decreto 180, la nota 160, il 3+2, i trimestri, i crediti formativi siamo sempre stati soli, come a pagarne le conseguenze.
Chi ancora oggi si appella alla responsabilità istituzionale trascurando le epocali responsabilità politiche, sociali e morali nei confronti dell’intero paese non merita la nostra fiducia. Quando ci dimostreranno di essere dalla parte dei diritti, non avremo remore nel rivalutarli, ma la speranza è piuttosto vana.
L’Università Italiana non deve rimanere così com’è, come hanno sottolineato anche alcuni docenti e ricercatori, ma chi dice che il ministero intende colpire le baronie evidentemente non ha neanche letto il DDL: come può una verticalizzazione della governance indebolire le caste al vertice? A pagare il prezzo dei tagli saranno gli studenti, il sapere e la cultura del paese, il che’ non può che andar bene ad una schiatta di governanti trasversalmente somari e arraffoni, ma non può andar bene a chi persegue il progresso e l’emancipazione.
La nostra Università non è questa, la difenderemo dai peggioramenti e lotteremo per il suo miglioramento: tutti coloro che non sono di questo avviso sono schierati apertamente dall’altra parte.

Assemblea Studenti di Ingegneria

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Documento Assemblea di Facoltà 30/09

Prendiamo atto che dopo due anni di denunce, allarmi ed appelli, la nostra facoltà si è finalmente resa conto, di fatto, della gravità dei tagli della legge 133/08 e della proposta di riforma universitaria da parte del Ministero dell’Istruzione.

Non ci illudiamo: siamo coscienti del fatto che se non fosse stato per il grave disagio provocato legittimamente e giustamente da parte dei ricercatori della nostra facoltà, anche quest’anno accademico sarebbe partito regolarmente, come se nulla stesse accadendo.

Esattamente come è avvenuto negli ultimi due anni nonostante fosse palese come le politiche governative stessero minando all’esistenza stessa dell’Università e della Ricerca Pubblica.

Troviamo quindi bizzarro il modo con cui si è deciso di convocare ed arrivare a questa importante assemblea, con particolare riferimento alle corrispondenze degli studenti che il sito della facoltà ha inteso pubblicare negli ultimi giorni. Dopo due anni di totale silenzio, anzi, di pieno riassorbimento di tutto lo studentato nei mirabolanti tempi di studio dell’università post Processo di Bologna, si apre finalmente il dialogo con gli studenti con l’intento di testarne gli umori tramite internet (!?) a seguito della stringata comunicazione del rinvio dell’anno accademico. Chiedete alla fermata dell’autobus cosa pensano gli attendenti di una corsa in ritardo ed otterrete più o meno le stesse risposte: se questa è la responsabilità a cui ci si vorrebbe appellare per invocare l’avvio dell’anno accademico, allora siamo completamente, ancora una volta, fuori binario.

Se di richiamo alla responsabilità si vuol parlare, allora gravissima è quella che ricade sulle spalle di tutte le Facoltà dell’Ateneo nel momento in cui si è deciso di approvare i Manifesti degli Studi già a Luglio di quest’anno, spesso sotto la curiosa “supervisione” del Rettore. Tutto ciò nonostante la pubblica indisponibilità di buona parte dei ricercatori a sostenere le “consuete” ore di didattica gratuita e volontaria, a cui molti si sottopongono da anni talvolta per spirito di sacrificio e passione nei confronti dell’insegnamento, in altri casi perchè sotto ricatto da parte dei loro ordinari.

Questa approvazione forzata non trova altre spiegazioni se non proprio in un subdolo ricatto, celato dietro il richiamo alla responsabilità nei confronti degli studenti e delle loro famiglie, verso chi si era dichiarato indisponibile già all’epoca. Senza considerare la pochezza e l’irresponsabilità di chi preferiva guadaganare tempo in attesa di un’eventuale caduta del governo.

Ci teniamo a ricordare che quello dei ricercatori non è uno sciopero, che stante alla gravità della situazione non sarebbe affatto inopportuno, bensì un semplice attenersi ai propri obblighi contrattuali, e questo basta per riversare nel caos l’intera facoltà. Ma come ben sappiamo le nefandezze delle politiche governative degli ultimi anni non si limitano alla sola questione dei ricercatori.

Nei confronti dell’attacco sfrenato e trasversale al ruolo stesso dell’Università Pubblica, operato attraverso “mirabili” interventi di politica economica tesi allo strangolamento della stessa ed alla distruzione dell’accessibilità e del diritto allo studio, la casta dirigenziale dell’accademia ha insistito su posizioni ed atteggiamenti concertativi e corporativi avallando in pieno tali decisioni.

Queste sono le responsabilità a cui le famiglie e gli studenti devono appellarsi nei confronti anche dei qui presenti, siano essi ordinari, presidi di facoltà, presidenti di corso di laurea, vice presidi.

Troppo spesso ci si nasconde dietro una fantomatica responsabilità istituzionale per sfuggire alle ben più rilevanti responsabilità politiche, sociali e morali nei confronti dell’intero Paese. Se gli studenti, infatti, sono coloro i quali per primi subiscono sulla propria pelle i vostri esperimenti fallimentari, il disastroso stato in cui avete trascinato l’Università Pubblica, più o meno a braccetto coi governi di oggi e di ieri, si ripercuote inesorabilmente su ogni cittadino di oggi e soprattutto di domani.

In virtù di tutto questo ci chiediamo come si possa ancora discutere sull’avvio dell’anno accademico quando è in gioco la sopravvivenza stessa del sistema universitario italiano.

La nostra, come tutte le altre Facoltà d’Italia, deve scegliere da che parte stare: senza il ritiro in toto del DDL 1905 ed il ripristino dei fondi scippati all’Università, continuare la normale attività didattica ed improvvisare l’ennesimo claudicante anno accademico è il più grande gesto irresponsabile che si possa fare.

Studenti di Ingegneria, Unical

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Prossima Assemblea

la prossima assemblea del laboratorio politico aula p2 occupata si terrà giorno 21 settembre alle ore 16:00

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