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Assemblea Facoltà di Ingegneria 26 Ottobre

Fino ad ora alle prese con i tantissimi contatti lasciati dagli studenti ieri, riportiamo un breve report dell’assemblea di ieri, in attesa di elaborare un documento organico dai tanti interventi dell’assemblea di ieri.

Prima in aula P2

Poi in Aula A

L’Assemblea ha analizzato e ribadito la situazione drammatica dell’Università Pubblica in virtù dei tagli e del progetto di contro-riforma. La volontà unanime, seppur ovviamente con diverse sfumature, di avviare un processo di sensibilizzazione e di lotta anche a partire dalla nostra facoltà ha portato l’assemblea a decidere di:

– Riportare le criticità espresse nell’Assemblea in un documento molto forte da pubblicare oltre che sui mezzi di stampa, sul sito istituzionale della facoltà, e di inviarlo anche alle altre facoltà dell’ateneo e di ingegneria d’Italia. Il documento è in elaborazione.

– Costituire un Coordinamento degli Studenti di Ingegneria partendo da mezzi informatici per coordinare iniziative già dalla prossima settimana. Iniziative che possono essere autonome degli studenti, lezioni all’aperto, sit-in informativi e qualsiasi altra idea che verrà poi proposta e valutata dagli studenti stessi.

Si è parlato anche delle sessioni d’esame dell’Ordinamento 509.La raccolta firme ha raggiunto ormai quota 600 (con soli due giorni di corsi).

Domani Giovedì 28 Ottobre tutti in CDF (ore 15.30 Aula DS3) per far sentire la nostra pressione ed ottenere quello che è un nostro diritto.

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Assemblea di Facoltà – le slide

Di seguito è possibile scaricare le presentazioni mostrate dagli studenti durante l’Assemblea di Facoltà di ieri.

Il finanziamento (pdf)

DDL (pdf)

Non siamo soli (pdf)

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È solo l’inizio…

Volti, parole, oggetti, strade, piazze. Prime immagini di un autunno di lotta.

Roma, 16 Ottobre 2010.

Spezzone studenti calabresi 1

Spezzone studenti calabresi 2

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FuoriOndaRadio

Questa sera alle 21.30 FuoriOndaRadio diffonderà un’altra indimenticabile puntata di BandArmata!.. Restiamo collegati!

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Assemblea inizio corsi VS Università Pubblica

Domani martedì 19 ottobre 2010 ore 10:30 in aula P2 Occupata si terrà un’assemblea degli studenti sul tema “inizio corsi VS Università Pubblica”

Pomeriggio alle 15:30 si terrà in aula DS3 il Consiglio di Facoltà.

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Prove tecniche di BandaArmata II

*** Aggiornamento

La seconda puntata di Prove Tecniche di Banda Armata è finita. È andata anche la seconda. Alcuni problemi tecnici sono rimasti: siamo all’inizio, le prove tecniche servono a questo. Sappiamo che ascoltandoci con dei normali player (come VLC) non ci sono problemi, per cui presto pubblicheremo una semplice guida per usare comodamente il proprio player.

PER ORA L’APPUNTAMENTO È PER LA SERA DEL 15, QUANDO TRASMETTEREMO LO SPECIALE SULLA MANIFESTAZIONE DI SABATO A ROMA DI LAVORATORI, STUDENTI E MOVIMENTI SOCIALI. Join us!

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Domani sera, 13/10/2010, alle ore 21:31, proseguirà la seconda puntata delle prove tecniche della trasmissione  web-radio  BandaArmata.

Buon ascolto..

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LAVORO, DIRITTI E SAPERI: BENI COMUNI


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Comunicato Stampa 08/10

Il consiglio di facoltà del 5 Ottobre non ha chiarito di fatto la posizione della nostra facoltà rispetto al DDL 1905 ed alla protesta in corso.
Come studenti siamo intervenuti a decine sia nell’assemblea di facoltà del 30 Settembre sia nello stesso CDF, ed abbiamo ribadito con parole chiare quella che è la nostra posizione di responsabilità come giovani prima che come studenti: il DDL è il colpo finale all’Università Pubblica e la nostra facoltà, come tutte le altre, deve ostacolarlo con forza e decisione.
Stiamo parlando di quegli studenti in carne ed ossa che l’anno scorso hanno organizzato numerose assemblee studio per le aule della facoltà, di quegli studenti che conoscono il DDL comma per comma, non di quegli studenti fantasma che inviano le letterine al preside con cui si vorrebbe richiamare alla responsabilità ricercatori e docenti.
Non siamo compatibili con quei ricercatori che intendono intraprendere una battaglia corporativa per ottenere solo ammortizzatori contrattuali: quello di cui l’Università ed il Paese hanno bisogno è una battaglia chiara ed il più possibile unitaria in difesa dell’Università Pubblica. Anche noi ci appelliamo alla responsabilità: quella nei confronti dei milioni di studenti di domani, quelli che si iscriveranno in una università aziendale e quelli che non potranno farlo per barriere economiche, burocratiche, sociali.
Se l’unica forma di lotta possibile per farsi sentire dalle sorde stanze del ministero è quello di bloccare l’anno accademico, allora la scelta è chiara: l’anno accademico o l’università pubblica. Qualcuno si stupisce della nostra ostilità nei confronti della facoltà e delle istituzioni d’ateneo. Gli studenti hanno la sana abitudine di non avere controparti a priori, ma sanno capire quando un soggetto è un alleato o un nemico. A contestare la legge 133, il decreto 180, la nota 160, il 3+2, i trimestri, i crediti formativi siamo sempre stati soli, come a pagarne le conseguenze.
Chi ancora oggi si appella alla responsabilità istituzionale trascurando le epocali responsabilità politiche, sociali e morali nei confronti dell’intero paese non merita la nostra fiducia. Quando ci dimostreranno di essere dalla parte dei diritti, non avremo remore nel rivalutarli, ma la speranza è piuttosto vana.
L’Università Italiana non deve rimanere così com’è, come hanno sottolineato anche alcuni docenti e ricercatori, ma chi dice che il ministero intende colpire le baronie evidentemente non ha neanche letto il DDL: come può una verticalizzazione della governance indebolire le caste al vertice? A pagare il prezzo dei tagli saranno gli studenti, il sapere e la cultura del paese, il che’ non può che andar bene ad una schiatta di governanti trasversalmente somari e arraffoni, ma non può andar bene a chi persegue il progresso e l’emancipazione.
La nostra Università non è questa, la difenderemo dai peggioramenti e lotteremo per il suo miglioramento: tutti coloro che non sono di questo avviso sono schierati apertamente dall’altra parte.

Assemblea Studenti di Ingegneria

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Documento Assemblea di Facoltà 30/09

Prendiamo atto che dopo due anni di denunce, allarmi ed appelli, la nostra facoltà si è finalmente resa conto, di fatto, della gravità dei tagli della legge 133/08 e della proposta di riforma universitaria da parte del Ministero dell’Istruzione.

Non ci illudiamo: siamo coscienti del fatto che se non fosse stato per il grave disagio provocato legittimamente e giustamente da parte dei ricercatori della nostra facoltà, anche quest’anno accademico sarebbe partito regolarmente, come se nulla stesse accadendo.

Esattamente come è avvenuto negli ultimi due anni nonostante fosse palese come le politiche governative stessero minando all’esistenza stessa dell’Università e della Ricerca Pubblica.

Troviamo quindi bizzarro il modo con cui si è deciso di convocare ed arrivare a questa importante assemblea, con particolare riferimento alle corrispondenze degli studenti che il sito della facoltà ha inteso pubblicare negli ultimi giorni. Dopo due anni di totale silenzio, anzi, di pieno riassorbimento di tutto lo studentato nei mirabolanti tempi di studio dell’università post Processo di Bologna, si apre finalmente il dialogo con gli studenti con l’intento di testarne gli umori tramite internet (!?) a seguito della stringata comunicazione del rinvio dell’anno accademico. Chiedete alla fermata dell’autobus cosa pensano gli attendenti di una corsa in ritardo ed otterrete più o meno le stesse risposte: se questa è la responsabilità a cui ci si vorrebbe appellare per invocare l’avvio dell’anno accademico, allora siamo completamente, ancora una volta, fuori binario.

Se di richiamo alla responsabilità si vuol parlare, allora gravissima è quella che ricade sulle spalle di tutte le Facoltà dell’Ateneo nel momento in cui si è deciso di approvare i Manifesti degli Studi già a Luglio di quest’anno, spesso sotto la curiosa “supervisione” del Rettore. Tutto ciò nonostante la pubblica indisponibilità di buona parte dei ricercatori a sostenere le “consuete” ore di didattica gratuita e volontaria, a cui molti si sottopongono da anni talvolta per spirito di sacrificio e passione nei confronti dell’insegnamento, in altri casi perchè sotto ricatto da parte dei loro ordinari.

Questa approvazione forzata non trova altre spiegazioni se non proprio in un subdolo ricatto, celato dietro il richiamo alla responsabilità nei confronti degli studenti e delle loro famiglie, verso chi si era dichiarato indisponibile già all’epoca. Senza considerare la pochezza e l’irresponsabilità di chi preferiva guadaganare tempo in attesa di un’eventuale caduta del governo.

Ci teniamo a ricordare che quello dei ricercatori non è uno sciopero, che stante alla gravità della situazione non sarebbe affatto inopportuno, bensì un semplice attenersi ai propri obblighi contrattuali, e questo basta per riversare nel caos l’intera facoltà. Ma come ben sappiamo le nefandezze delle politiche governative degli ultimi anni non si limitano alla sola questione dei ricercatori.

Nei confronti dell’attacco sfrenato e trasversale al ruolo stesso dell’Università Pubblica, operato attraverso “mirabili” interventi di politica economica tesi allo strangolamento della stessa ed alla distruzione dell’accessibilità e del diritto allo studio, la casta dirigenziale dell’accademia ha insistito su posizioni ed atteggiamenti concertativi e corporativi avallando in pieno tali decisioni.

Queste sono le responsabilità a cui le famiglie e gli studenti devono appellarsi nei confronti anche dei qui presenti, siano essi ordinari, presidi di facoltà, presidenti di corso di laurea, vice presidi.

Troppo spesso ci si nasconde dietro una fantomatica responsabilità istituzionale per sfuggire alle ben più rilevanti responsabilità politiche, sociali e morali nei confronti dell’intero Paese. Se gli studenti, infatti, sono coloro i quali per primi subiscono sulla propria pelle i vostri esperimenti fallimentari, il disastroso stato in cui avete trascinato l’Università Pubblica, più o meno a braccetto coi governi di oggi e di ieri, si ripercuote inesorabilmente su ogni cittadino di oggi e soprattutto di domani.

In virtù di tutto questo ci chiediamo come si possa ancora discutere sull’avvio dell’anno accademico quando è in gioco la sopravvivenza stessa del sistema universitario italiano.

La nostra, come tutte le altre Facoltà d’Italia, deve scegliere da che parte stare: senza il ritiro in toto del DDL 1905 ed il ripristino dei fondi scippati all’Università, continuare la normale attività didattica ed improvvisare l’ennesimo claudicante anno accademico è il più grande gesto irresponsabile che si possa fare.

Studenti di Ingegneria, Unical

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Difendiamo l’università ed i nostri diritti!

L’anno accademico non inizierà se il DDL Gelmini ed i tagli all’istruzione non verranno ritirati.

I ricercatori si stanno opponendo all’attacco finale all’Università Pubblica, ma sono gli studenti di oggi e domani a pagare più di tutti gli altri, e sono gli studenti a dover essere protagonisti di una lotta imprescindibile.

Giovedì 30 Settembre, ASSEMBLEA DI FACOLTÀ, ore 21:00 Aula DS3

Convocata dal Preside Veltri per la situazione drammatica dell’università e della facoltà.

Martedì 5 Ottobre TUTTI AL CONSIGLIO DI FACOLTÀ, ore 15:30 Aula DS3

Per dire no al DDL Gelmini, ai tagli ed agli effetti delle scellerate riforme degli ultimi dieci anni come la semestralizzazione forzata del ordinamento DM 509: dopo averci fatto seguire corsi frenetici da 8 settimane vogliono farci fare esami ogni 6 mesi.

BASTA ESPERIMENTI SULLA PELLE DEGLI STUDENTI


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