Articoli con tag Ingegneria

Tutti pazzi per la democrazia!

 

(Comunicato stampa 25/07/2012)

L’estate all’Unical si sta impolverando di polemiche. Per quale motivo? Affrettare le elezioni di La Torre. C’è chi impugna improbabili sentenze del Tar e chi invoca lo Statuto d’Ateneo. Il tutto, attacco, difesa e contrattacco, nel sacro nome della democrazia.

Cosa spinge questo inaspettato vento estivo? Una schiera di tromboni. Proprio i presidi di facoltà, infatti, sino a ieri hanno sostenuto La Torre (ed i vari ministeri che si sono succeduti durante il suo rettorato) ed ora gli chiedono di farsi da parte e accelerare il “cambiamento dell’Unical”. Noi non dimentichiamo chi è il nostro Rettore: quel campione di democrazia che, da oramai 14 anni domina l’Unical e che alle decisioni partecipate ha in più occasioni preferito le oscure cabine di regia, passato alla storia per stemperare il dissenso con le ruspe e gli sgomberi, portando la celere fin dentro le aule universitarie. Noi non dimentichiamo quegli accadimenti che solo grazie alla nostra resistenza l’anno scorso si trasformò ne “la tinteggiata dell’aula p2occupata”. Prosegui la lettura »

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Istruzione: con 1 miliardo in più, siamo a -7

Ha fatto notizia sui giornali l’assegnazione da parte del ministero Gelmini di un miliardo agli atenei del sud. Un gesto che può essere utile solamente alla propaganda.

Parliamo di aria fritta, se non consideriamo che insieme al gravoso aumento costo di generi di prima necessità e di energia messo in campo da questo governo, siano aumentate pure le tasse universitarie. Se non vediamo che la possibilità complessiva di accesso all’università diminuisce, soprattutto per le fasce più deboli. E cala ancora più velocemente la capacità dell’offerta didattica.

Non è una novità, non è una sorpresa. Chi vive l’università sa che questa è una conseguenza della legge 133 del 2008. Con questa legge il governo Berlusconi continuava l’opera di attacco al Sapere e al Diritto allo Studio che da vent’anni veniva portata avanti dai vari governi. Ed anzi rincarava la dose: invece di progettare un sistema pubblico migliore, dissanguò di 8 miliardi i finanziamenti per scuola ed università. Chi allora cercava di imbrogliarci con la favola del taglio degli sprechi, oggi ci vuole comprare con le briciole. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: molte scuole sono ancora senza manutenzione da anni (alcune sono pericolanti), in molti istituti non ci sono i soldi per il personale Ata e in alcuni nemmeno per i professori. I bilanci degli atenei pubblici sono in crisi, come quello 2012 dell’Unical che rischia seriamente di essere in rosso e per il quale il rettore La Torre -storicamente legato più al patrimonio immobiliare che al sapere universitario- ha iniziato a svendere pezzi di università. E nonostante questo l’ateneo rischia il blocco delle assunzioni, perché si spende più del 90% del bilancio in stipendi del personale.

La disastrosa realtà che viviamo oggi è la diretta conseguenza delle manovre governative della complicità delle baronie universitarie. Le stesse baronie che non sono state toccate dai tagli e continuano a gestire gli atenei. Mentre per le famiglie e per gli studenti la situazione continua solo a peggiorare. Non ci servono i finanziamenti straordinari, l’accesso pubblico e libero al sapere è una priorità inderogabile.

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Assemblea di Facoltà ed Esami del 509

Nell’ultimo consiglio di Facoltà abbiamo ottenuto la convocazione di un’Assemblea generale per Martedì 26, alle 15:30.

La mobilitazione contro i tagli all’Università Pubblica ed il DDL Gelmini richiede la partecipazione di tutti gli studenti, per discudere e organizzare iniziative di sensibilizzazione e di lotta le quali, mentre ricomincia la didattica, devono mantenere alta la pressione sul governo e anche su tutte le corporazioni (interne ed esterne all’Università) che sostengolo il progetto di distruzione del nostro diritto allo studio. Durante l’assemblea saranno illustrati i dati delle manovre finanziarie e le conseguenze su Scuola e Università, nonchè i punti del DDL 1905 che riguardano il futuro diritto allo studio e governo dell’Università.

Prima dell’assemblea del 26, come tutti i Lunedì, si terrà un’assemblea studentesca in P2 alle 15.

Sempre grazie all’intervento nell’ultimo CDF abbiamo ottenuto la calendarizzazione del punto all’ordine del giorno che riguarda le sessioni d’esame dell’ordinamento 509. Martedì in occasione dell’assemblea chiuderemo la raccolta firme ed il giorno successivo, il giorno dopo (ore 15.30 aula DS3) in consiglio di facoltà dobbiamo intervenire in massa per ottenere la restituzione del nostro diritto a sostenere esami secondo il ritmo di studio del nostro ordinamento. Per cui facciamo tutti un ultimo sforzo per le firme dopodichè tutti in CDF: vedremo se vorranno fare i sordi anche per questo. In questo caso, come sempre, sapremo farci sentire.

RIEPILOGO

LUNEDÌ ore 15.00 : Assemblea Studentesca in aula P2

MARTEDÌ ore 15.30 : Assemblea di Facoltà, aula p2

MERCOLEDÌ ore 15.30 : Consiglio di Facoltà, aula DS3

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Signore e Signori, la Rappresentanza.

Durante l’infuocato Consiglio di Facoltà di ieri 19 Ottobre, abbiamo avuto la fortuna di reincontrare i rappresentanti degli studenti. L’ultima volta li avevamo visti dietro la consolle delle più “in” discoteche dell’Area Urbana invitando i danzanti a votarli nelle imminenti elezioni studentesche (2009) con cocktail e santino in mano. Felici di questo rarissimo incontro, abbiamo deciso di far loro un regalo.

SIGNORE E SIGNORI, ECCO LA RAPPRESENTANZA DEL CONSIGLIO DI FACOLTÀ DI INGEGNERIA (Scarica il PDF)

TOMBOLA!

PS: Se a qualcuno venisse qualche dubbio, qui ecco i verbali dei consigli dal 2003 ad oggi.

PS2: Date un’occhiata alla seduta del 15 Aprile 2010. Il Punto 5 è quello che ha fatto sparire gli esami per l’ordinamento 509. Presenti: 1. Approvato all’unanimità.

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Assemblea inizio corsi VS Università Pubblica

Domani martedì 19 ottobre 2010 ore 10:30 in aula P2 Occupata si terrà un’assemblea degli studenti sul tema “inizio corsi VS Università Pubblica”

Pomeriggio alle 15:30 si terrà in aula DS3 il Consiglio di Facoltà.

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Documento Assemblea di Facoltà 30/09

Prendiamo atto che dopo due anni di denunce, allarmi ed appelli, la nostra facoltà si è finalmente resa conto, di fatto, della gravità dei tagli della legge 133/08 e della proposta di riforma universitaria da parte del Ministero dell’Istruzione.

Non ci illudiamo: siamo coscienti del fatto che se non fosse stato per il grave disagio provocato legittimamente e giustamente da parte dei ricercatori della nostra facoltà, anche quest’anno accademico sarebbe partito regolarmente, come se nulla stesse accadendo.

Esattamente come è avvenuto negli ultimi due anni nonostante fosse palese come le politiche governative stessero minando all’esistenza stessa dell’Università e della Ricerca Pubblica.

Troviamo quindi bizzarro il modo con cui si è deciso di convocare ed arrivare a questa importante assemblea, con particolare riferimento alle corrispondenze degli studenti che il sito della facoltà ha inteso pubblicare negli ultimi giorni. Dopo due anni di totale silenzio, anzi, di pieno riassorbimento di tutto lo studentato nei mirabolanti tempi di studio dell’università post Processo di Bologna, si apre finalmente il dialogo con gli studenti con l’intento di testarne gli umori tramite internet (!?) a seguito della stringata comunicazione del rinvio dell’anno accademico. Chiedete alla fermata dell’autobus cosa pensano gli attendenti di una corsa in ritardo ed otterrete più o meno le stesse risposte: se questa è la responsabilità a cui ci si vorrebbe appellare per invocare l’avvio dell’anno accademico, allora siamo completamente, ancora una volta, fuori binario.

Se di richiamo alla responsabilità si vuol parlare, allora gravissima è quella che ricade sulle spalle di tutte le Facoltà dell’Ateneo nel momento in cui si è deciso di approvare i Manifesti degli Studi già a Luglio di quest’anno, spesso sotto la curiosa “supervisione” del Rettore. Tutto ciò nonostante la pubblica indisponibilità di buona parte dei ricercatori a sostenere le “consuete” ore di didattica gratuita e volontaria, a cui molti si sottopongono da anni talvolta per spirito di sacrificio e passione nei confronti dell’insegnamento, in altri casi perchè sotto ricatto da parte dei loro ordinari.

Questa approvazione forzata non trova altre spiegazioni se non proprio in un subdolo ricatto, celato dietro il richiamo alla responsabilità nei confronti degli studenti e delle loro famiglie, verso chi si era dichiarato indisponibile già all’epoca. Senza considerare la pochezza e l’irresponsabilità di chi preferiva guadaganare tempo in attesa di un’eventuale caduta del governo.

Ci teniamo a ricordare che quello dei ricercatori non è uno sciopero, che stante alla gravità della situazione non sarebbe affatto inopportuno, bensì un semplice attenersi ai propri obblighi contrattuali, e questo basta per riversare nel caos l’intera facoltà. Ma come ben sappiamo le nefandezze delle politiche governative degli ultimi anni non si limitano alla sola questione dei ricercatori.

Nei confronti dell’attacco sfrenato e trasversale al ruolo stesso dell’Università Pubblica, operato attraverso “mirabili” interventi di politica economica tesi allo strangolamento della stessa ed alla distruzione dell’accessibilità e del diritto allo studio, la casta dirigenziale dell’accademia ha insistito su posizioni ed atteggiamenti concertativi e corporativi avallando in pieno tali decisioni.

Queste sono le responsabilità a cui le famiglie e gli studenti devono appellarsi nei confronti anche dei qui presenti, siano essi ordinari, presidi di facoltà, presidenti di corso di laurea, vice presidi.

Troppo spesso ci si nasconde dietro una fantomatica responsabilità istituzionale per sfuggire alle ben più rilevanti responsabilità politiche, sociali e morali nei confronti dell’intero Paese. Se gli studenti, infatti, sono coloro i quali per primi subiscono sulla propria pelle i vostri esperimenti fallimentari, il disastroso stato in cui avete trascinato l’Università Pubblica, più o meno a braccetto coi governi di oggi e di ieri, si ripercuote inesorabilmente su ogni cittadino di oggi e soprattutto di domani.

In virtù di tutto questo ci chiediamo come si possa ancora discutere sull’avvio dell’anno accademico quando è in gioco la sopravvivenza stessa del sistema universitario italiano.

La nostra, come tutte le altre Facoltà d’Italia, deve scegliere da che parte stare: senza il ritiro in toto del DDL 1905 ed il ripristino dei fondi scippati all’Università, continuare la normale attività didattica ed improvvisare l’ennesimo claudicante anno accademico è il più grande gesto irresponsabile che si possa fare.

Studenti di Ingegneria, Unical

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