Assemblea di ateneo Unical: riforma didattica alle porte, nessuna discussione concreta.

                       RENDE, 17/11/2014_Comunicato Stampa

Assemblea di Ateneo Unical:
Riforma didattica alle porte, nessuna discussione concreta.

Nella mattinata di Venerdì 14 Novembre si è tenuta la seconda assemblea di ateneo chiamata dal rettore  Gino Crisci allo scadere del suo primo anno di mandato. Ne mancano altri cinque. Noi abbiamo già avuto modo di esprimerci sulla inefficacia decisionale di momenti come questi dopo aver partecipato attivamente alla prima, nel dicembre dello scorso anno. All’epoca la definimmo “una sfilata”, ma quella di venerdì è stata ancora peggio: Prosegui la lettura »

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Incendiato striscione Aula P2 Occupata UNICAL

Comunicato stampa 25/10/2014

 

A quasi 6 anni dall’occupazione dell’Aula P2, dobbiamo purtroppo registrare un increscioso evento: la scorsa notte, lo striscione posto sulla parete esterna dell’aula è stato incendiato. Non sappiamo ancora a chi attribuire la causa senz’altro dolosa dell’incendio, ma di sicuro vogliamo sottolineare lo squallore e la gravità del gesto.

Quanto accaduto ieri notte è solo uno dei tanti episodi di abbrutimento che coinvolgono gli spazi della socialità e tutto il Campus. Episodi sempre più frequenti, figli di una gestione che accompagna l’UniCal da anni. Si è voluto mettere il “controllo” al posto della libera aggregazione nel Campus, di fatto rendendolo sempre più deserto. Non è infatti con l’uso di vigilantes, di centinaia di telecamere puntate in ogni angolo del campus che si possono evitare episodi del genere, anzi. Ci siamo opposti e ci opporremo a qualsiasi forma di militarizzazione ulteriore del nostro Ateneo. Lo ripetiamo. La nostra sicurezza è la socialità, la cultura, l’aggregazione. Solo queste caratteristiche creano un terreno fertile per una formazione che si possa davvero definire tale.

Tutte le nostre attività si sviluppano al fianco dei molti studenti che hanno trovato un luogo accogliente dove studiare insieme (necessità quantomai importante soprattutto ad Ingegneria).

Questi sono alcuni dei motivi dell’esistenza stessa dell’aula p2 occupata, per i quali crediamo sia importante impegnarsi in prima persona. Per questo, da anni portiamo avanti iniziative culturali e sociali e cerchiamo di prendere parte attiva nel presente della nostra università e del nostro territorio.

Crediamo sia necessario, quindi, che prenda finalmente corpo il concetto di Campus di cui tanto ci si fregia. E’ necessario far vivere l’università sia di giorno che di notte, rendendola un vero luogo di aggregazione sociale in cui si formano coscienze vive, creative e critiche, arricchendola di continue iniziative culturali, e non uno sterile esamificio e dormitorio.

Ad ogni modo, qualora si dovesse trattare di un atto di intimidazione, assicuriamo a questi vigliacchi che il loro gesto non ci mette paura! Non sarà certo uno striscione incendiato o una campagna diffamatoria a intimorirci né a cancellare il lavoro fatto in questi sei anni e riconosciuto nella comunità universitaria e non solo. Anzi, cogliamo l’occasione per riaffermare che continueremo a svolgere tutte le nostre attività con maggiore impegno e che atti come questi non possono che darci ancora più forza per rilanciare, come faremo, il nostro lavoro.

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E’ iniziato il percorso verso una didattica partecipata!

E’ iniziato il 28 maggio il percorso degli studenti dell’Università della Calabria verso una didattica partecipata.

Con l’iniziativa “Formazione UniCal: quale futuro per il nostro territorio?” organizzata dal Collettivo P2OCCUPATA, Ingegneria Senza Frontiere e Cubo Risonante, si è segnata la traccia da seguire in questi caldi mesi che separano l’UniCal dalla messa in campo dei nuovi piani formativi (gennaio 2015).

I contributi programmati del vicepresidente dell’ISDE Italia dott. Ferdinando Laghi, del prorettore UniCal Luigino Filice e del referente regionale del comitato Rifiuti Zero Flavio Stasi sul rapporto tra accademia, insegnamenti e territorio sono stati il giusto stimolo al successivo dibattito. Inceneritori e mega-discariche nel quadro fatto da Laghi, supportato dai contributi internazionali delle principali riviste in campo medico, appaiono Prosegui la lettura »

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28 maggio: Formazione UniCal. Quale futuro per il nostro territorio?

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Ecco l’evento dell’iniziativa

La nostra università continua a subire una serie di trasformazioni che ne hanno modificato la natura e l’organizzazione interna. Le restrizioni di risorse e di personale, oltre che le radicali riforme degli apparati di discussione e decisione politica, ci impongono una seria riflessione sul senso dell’università pubblica.

Proprio a partire da qui, crediamo sia importante che gli studenti, ma anche i cittadini tutti, si incontrino a discutere di quello che sta accadendo oggi nei luoghi del sapere. La didattica e la ricerca rispondono ai bisogni degli studenti e del territorio? E per bisogni si intende chiaramente non solo quello di specializzarsi con una prospettiva lavorativa, ma poter essere consapevoli di ciò che accade attorno a noi e avere gli strumenti per incidervi.

Crediamo sia importante legare questi bisogni all’attualità dell’università pubblica, che ancora si dimena tra blocco del turn over e scomparsa delle facoltà. Ragionando su come dare voce agli studenti e rendere realmente partecipata la vita politica dell’UniCal, anche nella gestione ordinaria, fatta di esami e corsi sui quali mai è data la possibilità di confrontarsi alla pari. Proprio seguendo questo filo ci siamo accorti che, con la Calabria nuovamente in piena emergenza ambientale, non abbiamo nemmeno un corso che tratti del ciclo dei rifiuti e di una loro amministrazione virtuosa. La nostra Università è chiamata a fare la sua parte per cambiare la gestione pericolosa portata avanti da questa classe dirigente, quantomeno trattando adeguatamente questo tema così legato alla nostra terra; basta guardare alla cronaca per vedere come su questo terreno, invece che le pratiche virtuose, sia la speculazione a comandare. Non solo: il pericolo per la salute frutto di questa gestione, tutta a vantaggio di privati e multinazionali senza scrupoli, si fa sempre più serio.

Se l’Università vuol fingere di non vedere il problema, noi partiamo proprio da qui per denunciare una mancanza e discutere di un tema, quello del ciclo dei rifiuti, che ci tocca tutti da vicino. Il fatto che ad oggi non esista nemmeno un corso di laurea che tratti il tema dei rifiuti è quantomai allarmante in una regione come la nostra. Questi mesi che ci separano dal prossimo anno accademico, durante il quale si affronterà il delicato tema della rimodulazione dell’offerta didattica all’UniCal, crediamo siano un’occasione da non perdere per operare un cambio di rotta che tenga in considerazione i bisogni del territorio. E’ il momento giusto per gli studenti, singoli e organizzati, di inserirsi concretamente nel dibattito. E non da spettatori.

Appuntamento dunque, al 28 maggio alle ore 17.oo in aula p2 occcupata, cubo 40/c. A questa iniziativa pubblica sarà presente il dott. Laghi -vicepresidente dell’Isde- che ci parlerà dell’inquinamento da rifiuto. Seguirà il prof. Filice -prorettore dell’UniCal- che invece tratterà l’inquinamento nei processi industriali, e l’ing. Stasi -responsabile regionale del comitato Rifiuti Zero- che ci parlerà del sistema del ciclo dei rifiuti regionale e delle possibili alternative. Seguirà un dibattito e un aperitivo.

Tutta la comunità accademica e tutti i cittadini sono invitati a partecipare.
PER UNA FORMAZIONE CHE DIA UN FUTURO SOSTENIBILE AL NOSTRO TERRITORIO

Laboratorio Politico P2 Occupata

Ingegneria Senza Frontiere – Cosenza

Collettivo Cubo Risonante

 

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Nasce “UniCal s.r.l. – Saperi a Responsabilità Limitata”

Contro la crisi dell’università pubblica. Noi ripartiamo dagli studenti.

 

Grandi cambiamenti in questi ultimi anni. Non solo la caotica trasformazione di Facoltà in Dipartimenti. Ma anche il progressivo peggioramento dell’istruzione pubblica. Non possiamo continuare a sopportare il silenzio e la stasi che sembra ricoprire gli atenei italiani. Per questo abbiamo pensato ad un contenitore che sia di riferimento e che possa raccogliere le iniziative, le notizie e i commenti che vengono dal mondo dell’Università della Calabria, soprattutto da chi la vive più da vicino. Per poi passare all’azione e cercare di cambiare quello che non va nella nostra Università. Con questo intento è nato UniCal s. r. l.

Per cambiare davvero, però, abbiamo bisogno della nostra unità, di tornare a discutere e confrontarci insieme. Noi infatti vogliamo capovolgere i ragionamenti portati avanti finora da chi ha governato l’istruzione pubblica (sia nei palazzi del governo che in quelli del Rettorato) e crediamo che l’università vada cambiata “dal basso” cioé mettendo al centro i bisogni e i diritti degli studenti e della conoscenza. E’ il metodo più efficace, oltre che l’unico davvero giusto, per far funzionare l’università pubblica in crisi. In opposizione alle micidiali “riforme” che hanno colpito la didattica, la ricerca e il diritto allo studio. Crediamo che, dopo tante riforme calate “dall’alto”, sia il momento che a riformare l’università siano gli studenti. Non a caso siamo stati i primi e i più convinti a opporci alle riforme ministeriali e ai loro ancora più pericolosi decreti attuativi. Prima che essere contro la Gelmini diventasse un’inutile moda.

Ora basta. Non possiamo più essere gli oggetti, i prodotti, di questo Ateneo, vogliamo finalmente esserne soggetti protagonisti. Il mondo dell’alta formazione, come le aziende private, sta demandando ad altri le proprie responsabilità. Noi studenti del laboratorio politico P2OCCUPATA, grazie ai contributi di colleghi e non solo, vogliamo capirci di più. “UniCal s.r.l. – saperi a responsabilità limitata” è il titolo della videoinchiesta studentesca che stiamo costruendo a partire dall’UniCal. Non solo una videoinchiesta, ma anche un questionario che possa provocare e stimolare gli studenti a parlare dell’argomento che li riguarda di più: la loro formazione. Se funziona o meno e perché.

Unical s.r.l. andando oltre il virtuale vuole essere uno strumento da cui ripartire per focalizzare i problemi reali che noi studenti viviamo all’interno di aule ed uffici. L’inchiesta, come è ovvio, non si ferma con i video che produrremo. Questo è solo un primo passo, per meglio analizzare e condividere la realtà che ci circonda. Per uscire dalla solitudine e dall’individualismo e trovarci simili riconoscendo quei problemi che ci accomunano. Per organizzarci in maniera efficace a risolverli. Questo vuole essere il nostro tavolo permanente per la difesa dell’istruzione pubblica, che avevamo annunciato nel corso dell’assemblea d’Ateneo del 18 dicembre. Uno strumento che vive dell’impegno degli studenti e della loro partecipazione attiva. Restare a studiare in solitudine non è la soluzione ai problemi dell’UniCal e della Calabria. Insieme possiamo ridare un presente all’UniCal e un futuro alla nostra terra.

 

Contro la crisi dell’università pubblica. Noi ripartiamo dagli studenti.

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9 maggio, quarto anniversario di FuoriOndaRadio

quarto anniversario della radio

quarto anniversario della radio

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UniCal s.r.l. Saperi a Responsabilità Limitata

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L’emergenza rifiuti è anche nelle nostre università!

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Basta guardare alla cronaca, per vedere come il ciclo dei rifiuti sia un terreno sul quale, invece di pratiche virtuose, comandi la speculazione. Non solo. Il pericolo per la salute che da questa gestione deriva si fa sempre più importante. A vantaggio di privati e multinazionali senza scrupoli.

Una gestione che ha visto nella nostra regione un commissariamento all’emergenza ambientale durato quasi vent’anni! Una gestione straordinaria, che non solo ha sperperato due miliardi di euro fino ad oggi, ma non ha garantito un minimo di raccolta differenziata, investendo pericolosamente in discariche e inceneritori. È evidente che, oltre la volontà politica, manca una programmazione strutturale del ciclo dei rifiuti.

Basta poco per capire che senza una pianificazione il problema non verrà risolto ma si accentuerà. Mentre continuiamo a chiederci se le figure che gestiranno il ciclo dei rifiuti nella nostra regione formate conoscano realmente come funziona questo ciclo, vogliamo chiederci anche quale peso ha la consapevolezza ambientale nelle figure professionali formate dalle università.

Le figure professionali che vengono chiamate in causa quando si tratta di analizzare, progettare, gestire, controllare e ottimizzare il ciclo dei rifiuti, che tipo di formazione ricevono? Sono a conoscenza di quali siano le conseguenze sulla popolazione e le implicazioni se per esempio si dovesse saltare una fase come il trattamento del rifiuto, oppure la manutenzione di un impianto o peggio, la messa in sicurezza di una discarica?

E qui entra in gioco l’UniCal. Ad oggi non esiste nella nostra Università un corso di laurea che tratti il tema dei rifiuti e questo è quantomai allarmante in una regione come la nostra. Nei mesi che ci separano dal prossimo anno accademico si affronterà il delicato tema della rimodulazione dell’offerta didattica all’Unical. Crediamo sia una occasione da non perdere per operare un cambio di rotta che tenga in considerazione i bisogni del territorio. E’ il momento giusto. In cui studenti, singoli e organizzati, si inseriscano concretamente nel dibattito. Noi lavoreremo attentamente per non perdere questa occasione.

PER UNA FORMAZIONE CHE DIA UN FUTURO SOSTENIBILE AL NOSTRO TERRITORIO

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Video Rassegna Politica

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RASSEGNA POLITICA P2OCCUPATA
dicembre, gennaio…e na’ pocu i febbraiu

Alle porte della primavera fermarci, prendere un bel respiro e sintetizzare quanto il LABORATORIO POLITICO P2OCCUPATA ha fatto per stare appresso all’attualità politica di questo inverno all’Università della Calabria.
Per molti studenti, presi da esami, corsi e ritmi furibondi, le cose che succedono nella sostra Università sembrano oscure. Con questo contributo, il LABORATORIO POLITICO P2OCCUPATA vuole facilitare il percorso.

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L’emergenza rifiuti non è causata dai rifiuti dei cosentini ma dal malgoverno regionale

Mentre a Bucita c’è chi resiste, l’assessore Pugliano continua a fuggire

RENDE, 07/02/2014_Comunicato Stampa

La fuga dell’assessore regionale all’ambiente Franco Pugliano, avvenuta l’altro giorno dalla sala stampa dell’Università della Calabria, è significativa della situazione in cui versa la nostra regione. Ha lasciato di corsa la presentazione della candidatura del Parco della Sila tra i patrimoni Unesco per recarsi in giunta. Questo perché la discarica su cui si regge l’intero smaltimento dei rifiuti regionale è chiusa ancora una volta a causa della pioggia. Andandosene dalla conferenza, ha avuto solo il tempo di annunciare una nuova emergenza e di dire quello che è diventato il suo mantra: “bisogna costruire nuovi impianti, l’emergenza è provocata dai rifiuti dei cosentini”. Ma il problema rifiuti è di fronte ad ogni calabrese e non può essere nascosto sotto il tappeto. Una emergenza che dura paradossalmente da più di quindici anni è difficile da nascondere.

Infatti, niente è migliorato da quando, oramai due anni fa, contestammo Pugliano in quella stessa sala stampa. Come Rete in Difesa del Territorio “F. Nisticò” eravamo lì per chiedere le sue dimissioni e la fine del commissariamento. Ci trovavamo di fronte un assessore responsabile sul piano politico e sul piano giudiziario: veniva a parlare di educazione ambientale un indagato per la discarica di Allì. La sua posizione si è ora aggravata perché accusato di disastro ambientale: il percolato che inquina il fiume Allì porta il nome anche di un assessore regionale all’ambiente. Cosa aspetta a dimettersi?

Il lato peggiore di Pugliano, però, si vede sul territorio calabrese negli altri scempi di cui è colpevole per il suo ruolo politico. Stando ai fatti, c’è stata una precisa scelta politica nell’avallare la speculazione sull’emergenza rifiuti ai danni della salute dei calabresi. La raccolta differenziata e la riduzione del rifiuto, infatti, sarebbero l’unica soluzione virtuosa a questo scempio (come ampiamente dimostrato dalla strategia “rifiuti zero”). Questo però intaccherebbe i profitti di chi oggi si arricchisce avvelenando i territori. Invece che i cittadini, l’assessore regionale Pugliano sembra voler difendere proprio questi interessi, come confermato dai dati della raccolta differenziata. La raccolta differenziata in Calabria semplicemente non esiste e anche gli impianti di selezionamento cadono a pezzi e sono inservibili, come confermato dagli stessi dati della regione. Imporre nuovi impianti ai cittadini (senza nemmeno confontarsi con loro) avrebbe l’unico scopo di continuare a speculare sugli appalti e sull’economia da rifiuto. Questo vuol dire mettere la Calabria nelle mani di speculatori grandi e piccoli e della ‘ndrangheta. Non si fa niente per arginare questo fenomeno che è la vera causa dell’emergenza e, anzi, dai documenti e dalle dichiarazioni della regione si legge l’intenzione di continuare a seguire la via pericolosa dell’incenerimento e delle mega-discariche. Un finanziamento legalizzato all’avvelenamento dei territori.

Non vogliono trovare i fondi necessari per costruire un sistema di gestione virtuoso, altro che colpa dei rifiuti cosentini. Vogliamo dire chiaro che nell’area urbana i problemi dell’inquinamento sono anche troppi ed è inaccettabile che a questi si aggiunga l’apertura di un impianto di incenerimento o trattamento. Questi impianti potrebbero solo inserirsi nel quadro di pura speculazione sopra descritta e nell’ottica di soluzioni tampone che, come si è visto, non fanno che allungare la decennale emergenza. Le popolazioni stanno dicendo chiaro il loro no a soluzioni tampone come quella di Albicello a Donnici, contro cui coraggiosamente si batte il Comitato Difesa Territorio – Donnici. A proposito di emergenze ambientali, sappiamo bene qual’è la priorità dell’area urbana cosentina: l’inquinamento della ex – Legnochimica, che da decenni semina morti tra i residenti e inquina gli studenti che vengono all’UniCal. Questo dimostra in che stato di abbandono ci vogliono relegare.

La difesa dei nostri territori viene dai calabresi che lottano e si impegnano in prima persona per fermare questo sistema. Un sistema che si regge grazie ai disegni che portano anche la firma di Pugliano. Non da ultimo il bando regionale di smaltimento dei rifiuti, contro cui stanno lottando i cittadini del Comitato in difesa di Bucita riuniti nel blocco dell’impianto. Basta decidere sulle spalle delle comunità. Questo bando non deve passare. Ci sentiamo vicini a loro come a chiunque si impegni in difesa del proprio territorio in prima persona contro quell’inquinamento che colpisce anche la classe dirigente. E’ dalla Calabria che resiste che viene l’energia per invertire la rotta e rimettere al centro il diritto alla salute, la partecipazione e il controllo diretto da parte dei cittadini.

Laboratorio Politico P2 Occupata

 

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