FuoriOndaRadio

Questa sera alle 21.30 FuoriOndaRadio diffonderà un’altra indimenticabile puntata di BandArmata!.. Restiamo collegati!

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Assemblea inizio corsi VS Università Pubblica

Domani martedì 19 ottobre 2010 ore 10:30 in aula P2 Occupata si terrà un’assemblea degli studenti sul tema “inizio corsi VS Università Pubblica”

Pomeriggio alle 15:30 si terrà in aula DS3 il Consiglio di Facoltà.

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[FuoriOndaRadio] BandArmata – Speciale Manifestazione 16 Ottobre

15 Ottobre ORE 21:00

Alla vigilia della partenza di più di 150 studenti alla volta di Roma per sfilare a fianco di migliaia di lavoratori, BandArmata dedica una puntata speciale proprio alla manifestazione, spiegandone le ragioni e le prospettive.

Farmo sentire le voci dei tanti studenti che in nottata saliranno su auto, treni, autobus alla volta della capitale.

Sarà anche un’occasione di socialità: mentre gli studenti si alterneranno ai microfoni di FuoriOndaRadio, in aula P2*Occupata e nello spiazzale antistante (sperando nel meteo) si terranno iniziative di preparazione alla manifestazione e d’aggregazione. Insomma, due chiacchiere ed un bicchiere di vino non mancheranno di certo. JOIN US!

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Prove tecniche di BandaArmata II

*** Aggiornamento

La seconda puntata di Prove Tecniche di Banda Armata è finita. È andata anche la seconda. Alcuni problemi tecnici sono rimasti: siamo all’inizio, le prove tecniche servono a questo. Sappiamo che ascoltandoci con dei normali player (come VLC) non ci sono problemi, per cui presto pubblicheremo una semplice guida per usare comodamente il proprio player.

PER ORA L’APPUNTAMENTO È PER LA SERA DEL 15, QUANDO TRASMETTEREMO LO SPECIALE SULLA MANIFESTAZIONE DI SABATO A ROMA DI LAVORATORI, STUDENTI E MOVIMENTI SOCIALI. Join us!

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Domani sera, 13/10/2010, alle ore 21:31, proseguirà la seconda puntata delle prove tecniche della trasmissione  web-radio  BandaArmata.

Buon ascolto..

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LAVORO, DIRITTI E SAPERI: BENI COMUNI


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Comunicazioni FLASH

– Chiunque abbia intenzione di salire a Roma per partecipare alla manifestazione di Sabato 16 Ottobre, convocata dalla F.I.O.M. ma allargata a tutti i movimenti sociali, con particolare riferimento a studenti, ricercatori e precari della scuola, è pregato di comunicarcelo il prima possibile sulla MAIL (p2occupata@inventati.org) o passando direttamente dall’aula. È IMPORTANTE PER CAPIRE QUANTI AUTOMEZZI SERVONO, VISTO CHE QUELLI A DISPOSIZIONE SONO PROBABILMENTE GIÀ PIENI!

– Le prove tecniche di BandArmata, la trasmissione di FuoriOndaRadio hanno servito il loro scopo, ovvero ci hanno fatto risolvere qualche inghippo tecnico e le ultime due ore di trasmissione sono andate liscie. Dalla prossima settimana per tenervi informati sullo stato della nostra università, sulle iniziative in difesa dell’Università Pubblica e del territorio, sulle battaglie studentesche ed altro, il tutto alternando un po’ di buona musica, potete ascoltarci comodamente con una semplice connessione internet. FuoriOndaRadio È UN PROGETTO APERTO, CHIUNQUE VOGLIA PARTECIPARE NON DEVE FAR ALTRO CHE DIRLO!

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FuoriOndaRadio

***AGGIORNAMENTO

Microfoni in malora! ROba di fortuna, con un po’ di fortuna risolveremo, nel frattempo beccatevi i doors, poi breve interruzione tattica, non c’è pubblicità!!!!

***AGGIORNAMENTO
Quella di stasera non è esattamente la prima puntata, ma è vero anche il contrario. È una sorta di numero 0, una beta come direbbe un audace nerd, una bozza come direbbe un disegnatore.
Dobbiamo controllare che vada tutto bene, che tutto sia collegato: attrezzature sofisticatissime come i cervelli umani possono andare in tilt facilmente. Quale metodo migliore per testare di una puntata vera e propria? L’abbiamo chiamata “prove tecniche di bandarmata”, e vuole essere il primo soffio in attesa del vento.

Sarà la prima, e sarà già speciale perchè oggi è 9 ottobre.

Domani sera (09/10/10) alle ore 21:02 si terranno le prove tecniche della trasmissione web-radio BandaArmata…

Seguiteci numerosi…

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Comunicato Stampa 08/10

Il consiglio di facoltà del 5 Ottobre non ha chiarito di fatto la posizione della nostra facoltà rispetto al DDL 1905 ed alla protesta in corso.
Come studenti siamo intervenuti a decine sia nell’assemblea di facoltà del 30 Settembre sia nello stesso CDF, ed abbiamo ribadito con parole chiare quella che è la nostra posizione di responsabilità come giovani prima che come studenti: il DDL è il colpo finale all’Università Pubblica e la nostra facoltà, come tutte le altre, deve ostacolarlo con forza e decisione.
Stiamo parlando di quegli studenti in carne ed ossa che l’anno scorso hanno organizzato numerose assemblee studio per le aule della facoltà, di quegli studenti che conoscono il DDL comma per comma, non di quegli studenti fantasma che inviano le letterine al preside con cui si vorrebbe richiamare alla responsabilità ricercatori e docenti.
Non siamo compatibili con quei ricercatori che intendono intraprendere una battaglia corporativa per ottenere solo ammortizzatori contrattuali: quello di cui l’Università ed il Paese hanno bisogno è una battaglia chiara ed il più possibile unitaria in difesa dell’Università Pubblica. Anche noi ci appelliamo alla responsabilità: quella nei confronti dei milioni di studenti di domani, quelli che si iscriveranno in una università aziendale e quelli che non potranno farlo per barriere economiche, burocratiche, sociali.
Se l’unica forma di lotta possibile per farsi sentire dalle sorde stanze del ministero è quello di bloccare l’anno accademico, allora la scelta è chiara: l’anno accademico o l’università pubblica. Qualcuno si stupisce della nostra ostilità nei confronti della facoltà e delle istituzioni d’ateneo. Gli studenti hanno la sana abitudine di non avere controparti a priori, ma sanno capire quando un soggetto è un alleato o un nemico. A contestare la legge 133, il decreto 180, la nota 160, il 3+2, i trimestri, i crediti formativi siamo sempre stati soli, come a pagarne le conseguenze.
Chi ancora oggi si appella alla responsabilità istituzionale trascurando le epocali responsabilità politiche, sociali e morali nei confronti dell’intero paese non merita la nostra fiducia. Quando ci dimostreranno di essere dalla parte dei diritti, non avremo remore nel rivalutarli, ma la speranza è piuttosto vana.
L’Università Italiana non deve rimanere così com’è, come hanno sottolineato anche alcuni docenti e ricercatori, ma chi dice che il ministero intende colpire le baronie evidentemente non ha neanche letto il DDL: come può una verticalizzazione della governance indebolire le caste al vertice? A pagare il prezzo dei tagli saranno gli studenti, il sapere e la cultura del paese, il che’ non può che andar bene ad una schiatta di governanti trasversalmente somari e arraffoni, ma non può andar bene a chi persegue il progresso e l’emancipazione.
La nostra Università non è questa, la difenderemo dai peggioramenti e lotteremo per il suo miglioramento: tutti coloro che non sono di questo avviso sono schierati apertamente dall’altra parte.

Assemblea Studenti di Ingegneria

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Aggiornamento sulle sessioni d’esame del 509

In pochi giorni, con la facoltà deserta per l’assenza di corsi ed esami, abbiamo raccolto circa 400 firme.

Decine e decine di studenti hanno raccolto il nostro appello ad essere presenti in consiglio di Facoltà e sono rimasti fino alla fine. Siamo intervenuti sia per ottenere le nostre sessioni d’esame, unico aspetto positivo dell’ordinamento 509, sia per spingere la nostra facoltà a prendere una posizione di opposizione netta, reale e non a parole, contro il DDL Gelmini.

Sul 509 il preside non vuol sentir parlare di fallimento, ma dopo alcuni anni di sperimentazione l’ordinamento dei corsi trimestrali è stato abolito: una qualche ragione ci sarà. Quello che rimane sono migliaia di studenti con un corso di studi sovrumano, che storicamente ogni movimento studentesco ha criticato. Lo precisiamo: gli studenti erano da soli quando criticavano i trimestri, sono da soli quando criticano il 3+2, la nuova governance, gli attacchi al diritto allo studio, l’inserimento dei privati. Che servi da lezione anche ai nostri colleghi indifferenti che oggi subiscono le conseguenze inevitabili di contro-riforme e tagli.

I nostri corsi non ci sono più: ci hanno detto “chi è rimasto indietro si arrangi”. Ma il numero di esami resta, la propedeuticità anche.

Abbiamo ottenuto la calendarizzazione nel prossimo Consiglio di Facoltà del punto all’ordine del giorno sulla nostra chiara, perentoria richiesta: il ripristino delle sessioni trimestrali per tutti gli iscritti all’ordinamento 509 fino al loro esaurimento. Abbiamo depositato le firme, ma tutto questo non basta.

Fino al prossimo consiglio di facoltà dobbiamo continuare a raccogliere firme: devono diventare una valanga. Al prossimo Consiglio di Facoltà tutti dobbiamo essere presenti: studenti in carne ed ossa che non vogliono essere più cavie nè dei vecchi ordinamenti nè dei nuovi, nè dei tagli nè delle controriforme che siano di centro-destra o di centro-sinistra.

Lo dobbiamo a chi ha conquistato diritti per noi, lo dobbiamo a chi verrà dopo di noi, lo dobbiamo a noi stessi.

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Documento Assemblea di Facoltà 30/09

Prendiamo atto che dopo due anni di denunce, allarmi ed appelli, la nostra facoltà si è finalmente resa conto, di fatto, della gravità dei tagli della legge 133/08 e della proposta di riforma universitaria da parte del Ministero dell’Istruzione.

Non ci illudiamo: siamo coscienti del fatto che se non fosse stato per il grave disagio provocato legittimamente e giustamente da parte dei ricercatori della nostra facoltà, anche quest’anno accademico sarebbe partito regolarmente, come se nulla stesse accadendo.

Esattamente come è avvenuto negli ultimi due anni nonostante fosse palese come le politiche governative stessero minando all’esistenza stessa dell’Università e della Ricerca Pubblica.

Troviamo quindi bizzarro il modo con cui si è deciso di convocare ed arrivare a questa importante assemblea, con particolare riferimento alle corrispondenze degli studenti che il sito della facoltà ha inteso pubblicare negli ultimi giorni. Dopo due anni di totale silenzio, anzi, di pieno riassorbimento di tutto lo studentato nei mirabolanti tempi di studio dell’università post Processo di Bologna, si apre finalmente il dialogo con gli studenti con l’intento di testarne gli umori tramite internet (!?) a seguito della stringata comunicazione del rinvio dell’anno accademico. Chiedete alla fermata dell’autobus cosa pensano gli attendenti di una corsa in ritardo ed otterrete più o meno le stesse risposte: se questa è la responsabilità a cui ci si vorrebbe appellare per invocare l’avvio dell’anno accademico, allora siamo completamente, ancora una volta, fuori binario.

Se di richiamo alla responsabilità si vuol parlare, allora gravissima è quella che ricade sulle spalle di tutte le Facoltà dell’Ateneo nel momento in cui si è deciso di approvare i Manifesti degli Studi già a Luglio di quest’anno, spesso sotto la curiosa “supervisione” del Rettore. Tutto ciò nonostante la pubblica indisponibilità di buona parte dei ricercatori a sostenere le “consuete” ore di didattica gratuita e volontaria, a cui molti si sottopongono da anni talvolta per spirito di sacrificio e passione nei confronti dell’insegnamento, in altri casi perchè sotto ricatto da parte dei loro ordinari.

Questa approvazione forzata non trova altre spiegazioni se non proprio in un subdolo ricatto, celato dietro il richiamo alla responsabilità nei confronti degli studenti e delle loro famiglie, verso chi si era dichiarato indisponibile già all’epoca. Senza considerare la pochezza e l’irresponsabilità di chi preferiva guadaganare tempo in attesa di un’eventuale caduta del governo.

Ci teniamo a ricordare che quello dei ricercatori non è uno sciopero, che stante alla gravità della situazione non sarebbe affatto inopportuno, bensì un semplice attenersi ai propri obblighi contrattuali, e questo basta per riversare nel caos l’intera facoltà. Ma come ben sappiamo le nefandezze delle politiche governative degli ultimi anni non si limitano alla sola questione dei ricercatori.

Nei confronti dell’attacco sfrenato e trasversale al ruolo stesso dell’Università Pubblica, operato attraverso “mirabili” interventi di politica economica tesi allo strangolamento della stessa ed alla distruzione dell’accessibilità e del diritto allo studio, la casta dirigenziale dell’accademia ha insistito su posizioni ed atteggiamenti concertativi e corporativi avallando in pieno tali decisioni.

Queste sono le responsabilità a cui le famiglie e gli studenti devono appellarsi nei confronti anche dei qui presenti, siano essi ordinari, presidi di facoltà, presidenti di corso di laurea, vice presidi.

Troppo spesso ci si nasconde dietro una fantomatica responsabilità istituzionale per sfuggire alle ben più rilevanti responsabilità politiche, sociali e morali nei confronti dell’intero Paese. Se gli studenti, infatti, sono coloro i quali per primi subiscono sulla propria pelle i vostri esperimenti fallimentari, il disastroso stato in cui avete trascinato l’Università Pubblica, più o meno a braccetto coi governi di oggi e di ieri, si ripercuote inesorabilmente su ogni cittadino di oggi e soprattutto di domani.

In virtù di tutto questo ci chiediamo come si possa ancora discutere sull’avvio dell’anno accademico quando è in gioco la sopravvivenza stessa del sistema universitario italiano.

La nostra, come tutte le altre Facoltà d’Italia, deve scegliere da che parte stare: senza il ritiro in toto del DDL 1905 ed il ripristino dei fondi scippati all’Università, continuare la normale attività didattica ed improvvisare l’ennesimo claudicante anno accademico è il più grande gesto irresponsabile che si possa fare.

Studenti di Ingegneria, Unical

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