Archivio per la categoria Comunicati

Acqua e Università non si vendono! Abolire la Legge 133

Si è tenuto nel pomeriggio il lancio della campagna referendaria “2 Si per l’acqua bene comune” nell’aula P2 Occupata, presso l’Università della Calabria. L’iniziativa, organizzata dal comitato referendario universitario, ha visto la partecipazione di studenti, docenti e personale dell’Università, e la presenza di un rappreresentante del Comitato Regionale Acqua Bene Comune “Bruno Arcuri”. Prosegui la lettura »

Nessun commento

Aula Magna Occupata: Appello alla mobilitazione!

AULA MAGNA OCCUPATA CHIAMA UNICAL: RISPONDETE… RISPONDETE..

Restano poche ore a disposizione del mondo della Conoscenza per bloccare questa controriforma.

Lunedì pomeriggio studenti, ricercatori e docenti discuteranno insieme in Assemblea di Ateneo per organizzare una protesta forte e unitaria, tale da far arrivare il nostro grido di dissenso fino a Roma e ottenere il ritiro del ddl.

Tutti gli Atenei d’Italia sono in mobilitazione.

La protesta ha già ottenuto un primo risultato: lo slittamento della votazione.

Questo dimostra che uniti e determinati possiamo bloccare la riforma.

Anche la voce della Calabria non deve mancare!

Con il nostro silenzio e la nostra indifferenza ci rendiamo complici di questo progetto di distruzione dell’Università pubblica.

Non c’è qualcun altro che protesterà per noi.

L’università è nostra, e questo è il momento di difenderla.

Passo e chiudo

9 Commenti

[Sessioni d’esame] Vittoria _ La lotta paga

Il CdF ha appena approvato la nostra proposta per le sessioni d’esame del 509.

Gli studenti dell’ordinamento 509 hanno riottenuto una calendarizzazione consona ai propri ritmi di studio. Ci sarà la sessione di dicembre, di febbraio, di aprile, di luglio, di settembre.

Presto i dettagli del calendario, che praticamente è conforme al vecchio calendario d’esami del 509.

Con il lavoro, la sensibilizzazione e la lotta abbiamo ottenuto quello che era un nostro diritto.

Un nostro diritto che era stato cancellato nella seduta di aprile in cui, fra l’altro i “rappresentanti” erano assenti.

Quegli stessi rappresentanti o qualche loro “compagno di merenda”, all’inizio della raccolta firme, vennero a dirci che avremmo dovuto abbassare le nostre richieste, che avremmo dovuto rinunciare ai nostri diritti per qualche briciola. Evidentemente non gli è stato dato ascolto. Evidentemente abbiamo avuto ragione.

Una piccola battaglia vinta che però dimostra che gli studenti, se si liberano dell’indifferenza, possono grandi cose.

Oggi è toccato alla difesa di “semplici” sessioni d’esame. Domani riusciremo a farlo per l’esistenza ed il miglioramento dell’Università?

46 Commenti

Uniti per l’Istruzione Pubblica!

Questa mattina Piazza della Prefettura (Cosenza) è stata invasa dagli studenti di molti istituti della Città, tra cui qualcuno occupato, per un’Assemblea contro la riforma della Scuola e dell’Università e contro i tagli del Governo all’Istruzione Pubblica. Come universitari siamo intervenuti spiegando agli studenti di domani perchè troveranno un’Università Pubblica ed un Unical in macerie, e perchè molti di loro non potranno neanche iscriversi.

Assemblea Aperta degli studenti di Cosenza

Dalla prossima settimana si tenterà di costituire momenti di discussione e di lotta unitari, costituendo un coordinamento che speriamo possa allargarsi il più possibile. Uniti per Scuola e Università pubblica.

1 Commento

Ancora un CDF ridicolo

Dopo l’ultima seduta del CDF, dopo un’Assemblea di Facoltà invasa dagli studenti che ha dato correttamente l’idea del rischio drammatico che corre l’Università Pubblica ed il nostro Ateneo, ci aspettavamo un CDF quanto meno dignitoso. Purtroppo non è stato così.

La nostra richiesta di ripristino delle sessioni d’esame, rafforzata da 500 firme di studenti della Facoltà, è stata in un primo momento annacquata da ipotesi diverse da parte di qualche Rappresentante degli Studenti (non tutti) a supporto della posizione del Preside che proponeva l’istituzione di esami straordinari nel mese di Dicembre, nelle giornate di Venerdì e Sabato a discrezione del docente.

Abbiamo ribadito il nostro diritto ad avere delle “normali” sessioni trimestrali, secondo il nostro piano di studi. Nonostante altre Facoltà dell’Unical, con molta meno pressione, abbiano ripristinato le vecchie sessioni d’esame, la Facoltà di Ingegneria non ha neanche preso in considerazione questa ipotesi ignorando la difficoltà di centinaia di studenti con motivazioni ipotetiche (potrebbero mancare le aule) oppure con la più sincera svogliatezza (non possiamo fare esami tutto l’anno).

Al momento di votare una proposta, sintesi delle posizioni di alcuni professori, dove si prevedeva:

– l’allungamento della sessione straordinaria di Novembre fino al 30/11

– l’apertura di questa sessione a tutti gli studenti del DM 509

– la possibilità di un’altra sessione straordinaria a Gennaio

– la richiesta di ricalendarizzare le sessioni d’esami da dopo Gennaio in poi

già buona parte dei docenti era andata via, al punto che i pochi studenti presenti per difendere la petizione risultavano essere la maggioranza. Questa sparuta compagine di docenti, in maniera surreale, ha votato a maggioranza bocciando questa proposta, senza neanche avere il numero legale. Alla richiesta di altra votazione la presidenza ha risposto con l’evidente constatazione di un CDF ormai inutile in quanto privo di ogni significato formale.

Questa, colleghi e colleghe, è la Facoltà che una settimana fa ci invitava alla “responsabilità”. Così come riportato nel comunicato che abbiamo diffuso alla stampa, riportato sotto, nei prossimi giorni come studenti crediamo sia importante prendere le contromisure a questa ennesima presa in giro. Il comunicato sotto riportato, discusso e approvato dagli studenti presenti in CDF, speriamo possa trovare condivisione da parte della gran parte della popolazione studentesca della Facoltà.

COMUNICATO STAMPA

La Facoltà di Ingegneria riunita in CDF oggi 28 Ottobre ha risposto ad una richiesta degli studenti supportata da 500 firme raccolte in pochi giorni con la facoltà deserta, con la mancanza del numero legale rispetto ad una questione che riguarda centinaia di studenti. Il ripristino delle sessioni d’esame dell’Ordinamento 509 che costituiva la richiesta, fra l’altro, è un provvedimento già adottato dalle facoltà di Economia e di Farmacia dell’Unical.

Il menefreghismo e la pochezza della discussione hanno evidenziato la chiara volontà dei docenti della Facoltà di non farsi carico della condizione degli studenti, evidentemente per svogliatezza e per salvaguardia dei propri privilegi. La discussione che ha avuto inizio con un numero discreto di presenze è terminata in una sorta di testa a testa tra un gruppo di studenti (non tenuti ad essere presenti) ed una manciata di docenti, evidenziando un palese disinteresse non solo nei confronti del punto specifico, ma nei confronti dell’intero stato della Facoltà e dell’Università Pubblica.

Purtroppo, a differenza di buona parte dell’opinione pubblica, sappiamo che i provvedimenti del Governo non vanno nella direzione di penalizzare questa parte calcificata e reazionaria dell’Accademia Italiana, anzi, vanno a rafforzarla attraverso la verticalizzazione e l’accentramento di potere.

Per questo gli studenti di Ingegneria manifestano il proprio sgomento nei confronti dello squallido spettacolo che oggi ha dato il Consiglio di Facoltà e prenderanno le dovute contromisure nei prossimi giorni, partendo dalla sensibilizzazione di tutta la comunità studentesca.

Studenti di Ingegneria

7 Commenti

Signore e Signori, la Rappresentanza.

Durante l’infuocato Consiglio di Facoltà di ieri 19 Ottobre, abbiamo avuto la fortuna di reincontrare i rappresentanti degli studenti. L’ultima volta li avevamo visti dietro la consolle delle più “in” discoteche dell’Area Urbana invitando i danzanti a votarli nelle imminenti elezioni studentesche (2009) con cocktail e santino in mano. Felici di questo rarissimo incontro, abbiamo deciso di far loro un regalo.

SIGNORE E SIGNORI, ECCO LA RAPPRESENTANZA DEL CONSIGLIO DI FACOLTÀ DI INGEGNERIA (Scarica il PDF)

TOMBOLA!

PS: Se a qualcuno venisse qualche dubbio, qui ecco i verbali dei consigli dal 2003 ad oggi.

PS2: Date un’occhiata alla seduta del 15 Aprile 2010. Il Punto 5 è quello che ha fatto sparire gli esami per l’ordinamento 509. Presenti: 1. Approvato all’unanimità.

, , ,

34 Commenti

Finito un infuocato Consiglio di Facoltà. E ora?

Mentre la gelmini ammette che alcuni atenei stanno per chiudere

la nostra Facoltà si occupa di far partire l’anno accademico in un Consiglio disgustoso.

Nell’assemblea di stamattina avevamo deciso di bloccare il Consiglio, e lo abbiamo fatto per quasi due ore. Ecco il documento che abbiamo preparato al riguardo:

È ormai da settimane che il nostro Anno Accademico sarebbe dovuto iniziare. Ci troviamo ad oggi in una situazione di profonda incertezza causata dalla colpevole mancanza di informazione, dovuta a coloro i quali decidono unilateralmente dell’ipotetico avvio delle lezioni, ma anche e soprattutto alla assenza completa di momenti di dialogo tra le varie componenti che vivono quotidianamente l’università. Non ci si venga a dire che il confronto possa essere fatto o pensato mediante letterine pubblicate, previa selezione, su internet oppure tramite un’assemblea, apparentemente tanto urgente da essere convocata in orario notturno, voluta dal Preside della nostra Facoltà qualche giorno fa, in vista dell’imminente discussione alla camera del DDL 1905 e della sua potenziale fulminea approvazione. Come studenti, ma soprattutto come cittadini, abbiamo sentito l’esigenza di affermare con forza in quella sede le ragioni del nostro dissenso e la contrarietà a questo disegno di legge che darà il colpo di grazia alla natura pubblica dell’università. Ma non solo. Abbiamo espresso quello che secondo noi è il concetto di responsabilità a cui ormai tutti oggi si affidano per tentare di affievolire quella che è una protesta giusta e sopratutto doverosa. Che razza di responsabilità è quella di avviare questo Anno Accademico con la consapevolezza di un prossimo futuro fatto di tasse insostenibili, diminuzione di borse di studio e della qualità della didattica, prestiti d’onore, atenei-azienda che dettano ritmi e contenuti della didattica e della ricerca? Nei confronti di tagli indiscriminati e riforme che hanno di questi scopi, l’unico gesto possibile e responsabile è quello di bloccare l’Anno Accademico, pretendere il ritiro del DDL e ottenere il rifinanziamento statale dell’Università. Se non sarà l’Università stessa a farlo, non lo farà nessun altro, e non è in difesa del privilegio di “qualcuno” o dell’attuale assetto che ci schieriamo, ma in difesa del diritto e dell’esistenza dell’Università Pubblica. Ora il DDL è slittato, ma la nostra Facoltà non ha intrapreso nessun’altra iniziativa di confronto, informazione, sensibilizzazione o protesta. Anzi, se oggi siamo qui è proprio perché non intende farlo, e pensa che sia necessario quindi affrettarsi a tornare alla normalità licenziando una controversa copertura dei corsi e avviando così l’Anno Accademico, come se nulla stia succedendo. Coloro che portano avanti battaglie esclusivamente corporative sono facilmente soggetti a ripensamenti, sensi di colpa e richiami ad una presunta responsabilità dimostrando di non avere a cuore ciò per cui stiamo lottando ormai da due anni. Il CdF di oggi va proprio in questa direzione e noi da studenti e cittadini non possiamo permetterlo! Non siamo abituati a scegliere le nostre controparti a priori, ma ad oggi non possiamo che constatare che il resto della popolazione accademica ha scelto da che parte stare, lasciandoci ancora una volta soli nella battaglia in difesa dell’Università Pubblica e non solo di interessi individuali e corporativi. Nessun gongoli, non abbiamo paura di stare soli! Il sacrificio nostro e delle nostre famiglie nel pagare rette universitarie sempre più salate, copiosi affitti e decine di altre spese rischia oggi non solo di essere vano, ma di rappresentare il pretesto per chiudere le porte agli studenti del prossimo domani e consegnare al futuro un paese fieramente e strutturalmente ignorante. Se questa è la conseguenza dell’indifferenza e della rassegnazione di ieri, se questo è il prezzo di una fantomatica responsabilità istituzionale, tutti noi studenti, e non solo, prendiamoci la responsabilità di fare una scelta diversa oggi. Noi abbiamo scelto che questo Consiglio di Facoltà non s’ha da fare. NOI NON SIAMO IRRESPONSABILI. IL FUTURO CHIAMA, E QUESTA È LA NOSTRA RISPOSTA.

In tutto questo gli illustri desaparecidos rappresentanti degli studenti sono arrivati con il solito gruppo di fans a chiedere l’avvio delle lezioni, appoggiati da baroni e baronetti. Pagheranno loro le nostre cambiali quando tagli e DDL saranno a regime, vero?

L’anno accademico, scaglionato e senza ricercatori, partità il 25 Ottobre. Smetteremo quindi di pagare l’affitto a vuoto, lo pagheremo consapevoli di contribuire alla fine dell’Università Pubblica. Fratelli minori e prossimi figli saranno fieri di noi. Noi ci vergogniamo di appartenere ad una comunità di ignavi, ma come abbiamo scritto, non abbiamo paura di lottare da soli.

LA SETTIMANA PROSSIMA ORGANIZZEREMO UN’ASSEMBLEA DI FACOLTÀ DOVE ILLUSTREREMO TAGLI E DDL 1905 E DISCUTEREMO CON TUTTI GLI STUDENTI DELLE INIZIATIVE DA INTRAPRENDERE. Restate sintonizzati.

, , ,

32 Commenti

Comunicato Stampa 08/10

Il consiglio di facoltà del 5 Ottobre non ha chiarito di fatto la posizione della nostra facoltà rispetto al DDL 1905 ed alla protesta in corso.
Come studenti siamo intervenuti a decine sia nell’assemblea di facoltà del 30 Settembre sia nello stesso CDF, ed abbiamo ribadito con parole chiare quella che è la nostra posizione di responsabilità come giovani prima che come studenti: il DDL è il colpo finale all’Università Pubblica e la nostra facoltà, come tutte le altre, deve ostacolarlo con forza e decisione.
Stiamo parlando di quegli studenti in carne ed ossa che l’anno scorso hanno organizzato numerose assemblee studio per le aule della facoltà, di quegli studenti che conoscono il DDL comma per comma, non di quegli studenti fantasma che inviano le letterine al preside con cui si vorrebbe richiamare alla responsabilità ricercatori e docenti.
Non siamo compatibili con quei ricercatori che intendono intraprendere una battaglia corporativa per ottenere solo ammortizzatori contrattuali: quello di cui l’Università ed il Paese hanno bisogno è una battaglia chiara ed il più possibile unitaria in difesa dell’Università Pubblica. Anche noi ci appelliamo alla responsabilità: quella nei confronti dei milioni di studenti di domani, quelli che si iscriveranno in una università aziendale e quelli che non potranno farlo per barriere economiche, burocratiche, sociali.
Se l’unica forma di lotta possibile per farsi sentire dalle sorde stanze del ministero è quello di bloccare l’anno accademico, allora la scelta è chiara: l’anno accademico o l’università pubblica. Qualcuno si stupisce della nostra ostilità nei confronti della facoltà e delle istituzioni d’ateneo. Gli studenti hanno la sana abitudine di non avere controparti a priori, ma sanno capire quando un soggetto è un alleato o un nemico. A contestare la legge 133, il decreto 180, la nota 160, il 3+2, i trimestri, i crediti formativi siamo sempre stati soli, come a pagarne le conseguenze.
Chi ancora oggi si appella alla responsabilità istituzionale trascurando le epocali responsabilità politiche, sociali e morali nei confronti dell’intero paese non merita la nostra fiducia. Quando ci dimostreranno di essere dalla parte dei diritti, non avremo remore nel rivalutarli, ma la speranza è piuttosto vana.
L’Università Italiana non deve rimanere così com’è, come hanno sottolineato anche alcuni docenti e ricercatori, ma chi dice che il ministero intende colpire le baronie evidentemente non ha neanche letto il DDL: come può una verticalizzazione della governance indebolire le caste al vertice? A pagare il prezzo dei tagli saranno gli studenti, il sapere e la cultura del paese, il che’ non può che andar bene ad una schiatta di governanti trasversalmente somari e arraffoni, ma non può andar bene a chi persegue il progresso e l’emancipazione.
La nostra Università non è questa, la difenderemo dai peggioramenti e lotteremo per il suo miglioramento: tutti coloro che non sono di questo avviso sono schierati apertamente dall’altra parte.

Assemblea Studenti di Ingegneria

, , , ,

Nessun commento

Aggiornamento sulle sessioni d’esame del 509

In pochi giorni, con la facoltà deserta per l’assenza di corsi ed esami, abbiamo raccolto circa 400 firme.

Decine e decine di studenti hanno raccolto il nostro appello ad essere presenti in consiglio di Facoltà e sono rimasti fino alla fine. Siamo intervenuti sia per ottenere le nostre sessioni d’esame, unico aspetto positivo dell’ordinamento 509, sia per spingere la nostra facoltà a prendere una posizione di opposizione netta, reale e non a parole, contro il DDL Gelmini.

Sul 509 il preside non vuol sentir parlare di fallimento, ma dopo alcuni anni di sperimentazione l’ordinamento dei corsi trimestrali è stato abolito: una qualche ragione ci sarà. Quello che rimane sono migliaia di studenti con un corso di studi sovrumano, che storicamente ogni movimento studentesco ha criticato. Lo precisiamo: gli studenti erano da soli quando criticavano i trimestri, sono da soli quando criticano il 3+2, la nuova governance, gli attacchi al diritto allo studio, l’inserimento dei privati. Che servi da lezione anche ai nostri colleghi indifferenti che oggi subiscono le conseguenze inevitabili di contro-riforme e tagli.

I nostri corsi non ci sono più: ci hanno detto “chi è rimasto indietro si arrangi”. Ma il numero di esami resta, la propedeuticità anche.

Abbiamo ottenuto la calendarizzazione nel prossimo Consiglio di Facoltà del punto all’ordine del giorno sulla nostra chiara, perentoria richiesta: il ripristino delle sessioni trimestrali per tutti gli iscritti all’ordinamento 509 fino al loro esaurimento. Abbiamo depositato le firme, ma tutto questo non basta.

Fino al prossimo consiglio di facoltà dobbiamo continuare a raccogliere firme: devono diventare una valanga. Al prossimo Consiglio di Facoltà tutti dobbiamo essere presenti: studenti in carne ed ossa che non vogliono essere più cavie nè dei vecchi ordinamenti nè dei nuovi, nè dei tagli nè delle controriforme che siano di centro-destra o di centro-sinistra.

Lo dobbiamo a chi ha conquistato diritti per noi, lo dobbiamo a chi verrà dopo di noi, lo dobbiamo a noi stessi.

, , ,

Nessun commento

Comunicato in risposta alla lettera del Rettore al direttore de “Il Quotidiano della Calabria”

Caro Rettore,

ci spiace che lei si limiti a chiedere una non precisata “attenzione” ad un mezzo di stampa piuttosto che rispondere agli studenti dell’università che presiede, magari con elementi concreti e non con proclami o etichette. Ci spiace, ma non ci stupisce. Abbiamo imparato, durante la sua lunga amministrazione, che i criteri di valutazione da lei utilizzati sono esclusivamente contabili o pubblicitari: non a caso si è dimostrato più turbato nel leggere un’opinione potenzialmente dannosa per l’immagine dell’Unical piuttosto che nel chiudere la porta in faccia ad 800 ragazzi calabresi intenzionati ad intraprendere gli studi universitari. Come lei ben sa i nostri criteri di valutazione dell’università sono radicalmente diversi: in primo luogo il diritto allo studio, ovvero la garanzia di poter studiare e laurearsi per tutti coloro ne hanno l’intenzione, senza barriere numeriche, economiche e sociali. Il nuovo bando di ammissione, così come il costante aumento delle tasse, sancisce una direzione imboccata ormai da tempo: il ritorno ad una università per pochi privilegiati, in barba a quella stessa funzione  sociale per cui l’Unical è stata fondata. In secondo luogo teniamo a cuore la qualità della formazione, quella reale, non quella proclamata da lei, dai suoi colleghi e dal ministro. Intendiamo la capacità a formare individui colti e coscienti, che sappiano osservare la realtà e incidervi, non esserne in balia. Anche da questo punto di vista, lo lasci dire a chi lo vive sulla propria pelle, la nostra università non fa altro che fornire accozzaglie di nozioni spinte a forza in tempi da fabbrica. Il risultato è che la laurea è solo un foglio di via per anni di disoccupazione o, nel migliore dei casi, di precarietà. Per questo, lo ribadiamo, l’Unical e l’università italiana sta colando a picco. Se con le sue riflessioni intendesse semplicemente sottolineare che il tracollo è generale e non esclusivamente del nostro ateneo, potremmo persino essere d’accordo. Generale come le responsabilità della classe dirigente dell’università italiana, primi fra tutti i rettori.

Quello che non le permettiamo è di sostenere che intendiamo danneggiare la nostra università: denunciando tutte le enormi lacune del sistema universitario italiano e del nostro ateneo, intendiamo evitare che i nostri successori incappino nella stessa disavventura in cui sono costrette a imbattersi intere generazioni di studenti. Il suo atteggiamento per quanto riguarda il danno d’immagine è simile a quello di coloro che preferiscono non scoprire depositi tossici in mare perché questo penalizzerebbe la pesca ed il turismo. Un atteggiamento irresponsabile ed emblematico, da cui, ovviamente, ci sentiamo distanti anni luce.

Nessun commento