Archivio per la categoria Comunicati

Tutti pazzi per la democrazia!

 

(Comunicato stampa 25/07/2012)

L’estate all’Unical si sta impolverando di polemiche. Per quale motivo? Affrettare le elezioni di La Torre. C’è chi impugna improbabili sentenze del Tar e chi invoca lo Statuto d’Ateneo. Il tutto, attacco, difesa e contrattacco, nel sacro nome della democrazia.

Cosa spinge questo inaspettato vento estivo? Una schiera di tromboni. Proprio i presidi di facoltà, infatti, sino a ieri hanno sostenuto La Torre (ed i vari ministeri che si sono succeduti durante il suo rettorato) ed ora gli chiedono di farsi da parte e accelerare il “cambiamento dell’Unical”. Noi non dimentichiamo chi è il nostro Rettore: quel campione di democrazia che, da oramai 14 anni domina l’Unical e che alle decisioni partecipate ha in più occasioni preferito le oscure cabine di regia, passato alla storia per stemperare il dissenso con le ruspe e gli sgomberi, portando la celere fin dentro le aule universitarie. Noi non dimentichiamo quegli accadimenti che solo grazie alla nostra resistenza l’anno scorso si trasformò ne “la tinteggiata dell’aula p2occupata”. Prosegui la lettura »

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FARE COME LA 509! …altro che protesta bluetooth.

Il Consiglio di Corso di Laurea di Ingegneria Edile-Architettura dello scorso giovedì 12 luglio ha archiviato la richiesta fatta da un piccolo gruppo di suoi allievi riguardante la modifica dei criteri di accesso alle finestre d’appello straordinarie. In breve: gli studenti, supportando con un centinaio di firme digitali la loro petizione, chiedevano che le sessioni d’esame straordinarie di novembre ed aprile del prossimo anno accademico fossero aperte a tutti i fuori-corso senza limitazione alcuna. Abbiamo già avuto modo di far luce su alcune inesattezze sostanziali ma, per quanto è stato in se­guito, bisogna che si tirino le dovute somme. Prosegui la lettura »

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Sugli esami straordinari

Sugli esami straordinari:

ORGANIZZIAMOCI PER UNA NUOVA UNIVERSITÀ

E’ ormai una verità assodata che per garantire i nostri diritti abbiamo bisogno di mobilitarci ed è per questo che ci sentiamo di condividere alcune riflessioni riguardanti la petizione promossa da al­cuni studenti di Edile-Architettura.

Avere una organizzazione degli esami adeguata alle proprie esigenze è importante, soprattutto in una facoltà come quella di ingegneria nella quale l’organizzazione del proprio percorso di studi si traduce automaticamente, per ore di laboratorio e carico didattico, in organizzazione di vita. È ap­punto per questo motivo che già due anni fa abbiamo lottato ottenendo che venissero mantenute tut­te le finestre di esame dell’ordinamento didattico 509 (nuovo ordinamento) che la facoltà aveva de­liberatamente ridotto.

Detto questo, concedeteci un paio di precisazioni. La condizione di studente fuori corso si divide in due: lo studente laureando ed il fuori corso “impenitente”.

Per il primo esiste, la possibilità di accedere a finestre d’esame straordinarie, da concordare puntual­mente con il relativo professore prima di ogni sessione di laurea. Per poter partecipare a queste fine­stre è necessario soddisfare due requisiti che vengono tarati in maniera differente dai vari corsi di laurea: numero di esami da sostenere massimo e numero di partecipanti minimo.

Per quanto riguarda la categoria dei fuori corso “impenitenti” invece gli studenti di Edile-Architet­tura sono i soli ad avere una sessione, quella di novembre, che – per regolamento – è dedicata a tutti i fuori corso (senza limitazione d’esami da sostenere). Questa situazione è stata riproposta, a pre­scindere dalle voci di corridoio, anche per l’anno prossimo.

(http://www.ingegneria.unical.it/webingegneria/Documenti/CalendarioAttivitaDidattiche/CalendarioAttivitaDidattiche.12-13.pdf)

Và considerato che gli appelli straordinari, benché possano essere sfruttati in extremis, non mutano le condizioni generali di un corso di laurea. Essere fuori corso, soprattutto nella nostra facoltà, non dipende certamente dal numero delle finestre d’esame. L’estenuante rincorsa agli esami, che diventa disperata per i fuori corso, è piuttosto la cifra di un sistema universitario inadeguato alle esigenze degli studenti. Una università che, anche per organizzare attività didattiche e servizi, ha scelto come unico metro di misura quello economico.

Per questo motivo la sacrosanta rivendicazione di un numero di appelli adeguato alle esigenze degli studenti diventa una battaglia contro la scarsità di risorse imposta all’istruzione pubblica da prima della legge finanziaria 2008 fino ad oggi con l’imminente spending review di Monti.

Se è giusto che gli studenti fuori corso debbano avere almeno una sessione a loro dedicata questo deve essere vero per tutti i fuori corso e per tutti i corsi di laurea.

Dobbiamo impegnarci tutti per raggiungere questo obbiettivo, per parlare di questo e portare avanti efficaci iniziative a tal proposi­to incontriamoci

MERCOLEDÌ 11 ALLE ORE 18:30 in aula P2OCCUPATA.

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3 luglio: dal presidio RDT sotto il commissariato

Decine gli attivisti calabresi giunti al palazzo del commissario per l’emergenza rifiuti, dove venivano convocati i sindaci dell’area Ionica., per discutere della questione rifiuti che notoriamente, nel periodo estivo diventa problema ancora più emergenziale. Grande la soddisfazione degli attivisti alla notizia che la discarica di Scala Coeli non avrà più luogo. Le associazioni di Cariati e Rossano, unite in Rete con altre della Calabria, già promotrici della manifestazione del 16 giugno, hanno vinto! Prosegui la lettura »

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16 giugno a Cariati: insieme per non chinare la testa!

 Infopullman: 3393277355

 

Il 16 a Cariati:

insieme per non chinare la testa

Da circa tre anni qualcuno in Calabria ha deciso di non subire rinchiudendosi nell’omertà e di  riprendere in mano le sorti della propria terra. C’è una rete di associazioni, movimenti e comitati che da Reggio Calabria al Pollino ha avviato un percorso comune in difesa del territorio. Un segnale importante e quantomai necessario specie in una regione come la nostra, avvelenata dagli interessi di mafie e multinazionali. Sono proprio questi la causa delle navi cariche di veleni affondate al largo delle nostre coste, dei rifiuti industriali nascosti sotto i letti dei fiumi, nei campi e persino nella costruzione delle scuole. Tutto ciò sotto gli occhi colpevoli di una politica, che nel migliore dei casi si fa mediatrice tra gli interessi dei poteri forti.

A questo sono serviti i quindici anni di commissariamento all’emergenza ambientale, un’emergenza programmata per essere eterna. Non a caso il sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti in Calabria è quasi completamente in mano ai privati, non a caso non esiste ancora un piano regionale per lo smaltimento dei rifiuti, non a caso l’emergenza non è mai finita.

Per noi le uniche armi capaci di contrastare questo processo sono il coraggio e l’impegno di chi denuncia e si batte in difesa del proprio territorio, come nel caso della discarica di rifiuti speciali di Scala Coeli. Per questo il 16 Giugno saremo in piazza a Cariati, proseguendo la battaglia che abbiamo intrapreso con la Rete in Difesa del Territorio per la fine del commissariamento.

laboratorio politico p2*occupata

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Csoa Cartella: il nostro “modello Reggio”

(15maggio)

Le fiamme non possono bruciare dieci anni di coraggio e lotta. Nella nostra regione, in cui l’omertà e la sottomisione sono il pane quotidiano, un laboratorio sociale dove si prende forza insieme per alzare la testa è molto scomodo.

Chi vuole conservare il proprio potere non può tollerare palestre di libertà e condivisione. Eppure, con l’aggravarsi dei morsi della crisi, sono proprio questi i luoghi che ci permettono di capire chi questa crisi l’ha provocata e come fare per uscirne. Creare dal disagio un percorso comune.

Per questo ci toccano da vicino le intimidazioni e l’incendio che ieri notte ha colpito il C.S.O.A. Cartella. Perché ci sentiamo parte di un percorso in cui ci uniscono le nostre idee. Ed è appunto per questo che siamo certi che, nonostante questo duro colpo, continueremo insieme a lottare per la nostra terra.

Non potete fermare il vento,

potete solo fargli perdere tempo”

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Il movimento non si arresta!

(26 gennaio)

Tutte le grandi scelte (legislative, economiche, ambientali) a cui stiamo assistendo si basano sull’imposizione di una piccola minoranza di amministratori o speculatori sul resto della popolazione. E’ stato così per le riforme all’istruzione della Gelmini (e non solo), per la riforma del mondo del lavoro operata da Marchionne, per la pianificazione in tema di ambiente e servizi (Tav, ponte sullo stretto, ecc..).

Loro la chiamano “crisi”, ma non è altro che un modo per sacrificare i diritti e le garanzie dei cittadini sull’altare del profitto. Pensioni, salari, contratti dei lavoratori sono sotto un attacco senza tregua; e con loro, attraverso i soliti squallidi ricatti, il diritto allo studio, alla salute, il diritto ad un futuro migliore. Prosegui la lettura »

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Allora come adesso non c’era niente da festeggiare

(16 gennaio)

Fervono i preparativi per la grande festa dei quarant’anni dell’Università della Calabria. Tutto è pronto e il nuovo auditorium è tirato a lucido per l’occasione. Anche noi studenti vorremmo poter festeggiare il quarantesimo anniversario della nostra Università. Vorremmo poter essere i testimoni della realizzazione del sogno per cui è stato creato il campus: il luogo del sapere per tutti, strumento di emancipazione in una terra martoriata. Vorremmo che, grazie alla conoscenza, la nostra terra si fosse realmente liberata dalle catene dello sfruttamento e della precarietà, che, da sempre, si traducono in emigrazione e diaspora, fatale emorragia di idee prima che di affetti.

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L’università verso il 12novembre

La Rete In Difesa Del Territorio “Franco Nisticò”, come rete calabrese di comitati, collettivi e organizzazioni sensibili alle tematiche ambientali ha avviato una campagna di sensibilizzazione e di lotta che può concretamente portare entro la fine dell’anno alla fine del commissariamento all’emergenza rifiuti in Calabria, un escamotage con cui le nostre care alte sfere amministrative sono riuscite a sotterrare l’impossibile ovunque per 14 anni.

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Istruzione: con 1 miliardo in più, siamo a -7

Ha fatto notizia sui giornali l’assegnazione da parte del ministero Gelmini di un miliardo agli atenei del sud. Un gesto che può essere utile solamente alla propaganda.

Parliamo di aria fritta, se non consideriamo che insieme al gravoso aumento costo di generi di prima necessità e di energia messo in campo da questo governo, siano aumentate pure le tasse universitarie. Se non vediamo che la possibilità complessiva di accesso all’università diminuisce, soprattutto per le fasce più deboli. E cala ancora più velocemente la capacità dell’offerta didattica.

Non è una novità, non è una sorpresa. Chi vive l’università sa che questa è una conseguenza della legge 133 del 2008. Con questa legge il governo Berlusconi continuava l’opera di attacco al Sapere e al Diritto allo Studio che da vent’anni veniva portata avanti dai vari governi. Ed anzi rincarava la dose: invece di progettare un sistema pubblico migliore, dissanguò di 8 miliardi i finanziamenti per scuola ed università. Chi allora cercava di imbrogliarci con la favola del taglio degli sprechi, oggi ci vuole comprare con le briciole. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: molte scuole sono ancora senza manutenzione da anni (alcune sono pericolanti), in molti istituti non ci sono i soldi per il personale Ata e in alcuni nemmeno per i professori. I bilanci degli atenei pubblici sono in crisi, come quello 2012 dell’Unical che rischia seriamente di essere in rosso e per il quale il rettore La Torre -storicamente legato più al patrimonio immobiliare che al sapere universitario- ha iniziato a svendere pezzi di università. E nonostante questo l’ateneo rischia il blocco delle assunzioni, perché si spende più del 90% del bilancio in stipendi del personale.

La disastrosa realtà che viviamo oggi è la diretta conseguenza delle manovre governative della complicità delle baronie universitarie. Le stesse baronie che non sono state toccate dai tagli e continuano a gestire gli atenei. Mentre per le famiglie e per gli studenti la situazione continua solo a peggiorare. Non ci servono i finanziamenti straordinari, l’accesso pubblico e libero al sapere è una priorità inderogabile.

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